PECHINO, 29 AGO – Un monaco tibetano e' stato condannato oggi a 11 anni di prigione da un tribunale del Sichuan, nel sudovest della Cina, per aver aiutato un altro monaco del monastero di Kirti a darsi fuoco per protesta in marzo. Lo riferisce l' agenzia Nuova Cina.
Il monaco, Drongdru, e' stato riconosciuto colpevole di ''omicidio volontario'' perche' avrebbe nascosto il suicida, impedendo che venisse soccorso.
Altri due monaci di Kirti, Tsering Tenzin e Tenchum, sono stati accusati di aver ''complottato, istigato e assistito l' auto-immolazione di un altro monaco''. Secondo la ricostruzione della stessa agenzia, il suicidia, di nome Phuntsog, ''si e' dato fuoco il 16 marzo ed e' stato nascosto per 11 ore'' ed e' ''morto il giorno seguente dopo essere stato inutilmente curato in ospedale''.
Testimoni citati da gruppi tibetani in esilio hanno affermato di aver visto agenti di polizia picchiare il giovane mentre era avvolto dalle fiamme, invece di portarlo in salvo. Il suicidio del giovane monaco ha dato vita ad un' ondata di proteste anticinesi che avrebbero provocato, sempre secondo gli esuli tibetani, un vero e proprio assedio delle forze di sicurezza al monastero, che avrebbero arrestato ''decine'' di monaci.
In seguito, almeno altri due monaci tibetani si sono suicidati dandosi fuoco per protesta contro la ''repressione'' cinese e per chiedere il ritorno in patria del Dalai Lama, il leader tibetano e premio Nobel per la pace che vive in esilio in India.
