La Cina continua la sua lotta alla prostituzione, e lascia la capitale per controllare le province. Dopo la chiusura di un noto locale notturno a Pechino il mese scorso, la polizia della Repubblica popolare ha lanciato un’operazione su vasta scala in numerose città per individuare locali connessi con l’industria del sesso. Lo riferisce il Global Times.
A Nanchino, capitale della provincia del Jiangsu, la polizia ha chiuso domenica mattina tre night club e ha arrestato undici persone sospettate di essere coinvolte in un giro di prostituzione.
Durante l’operazione centinaia di persone che si trovavano all’interno dei locali sono state fatte uscire e sottoposte a interrogatori. Tra i locali chiusi c’è anche il Mingshang Baolijin Nightclub che, gestito da un manager della provincia dello Zhejiang, secondo gli inquirenti era specializzato nel reclutamento di escort.
Le ragazze fornite ai clienti, stando a quanto fatto sapere dalla stampa locale, erano di due categorie, le cosiddette “princesses” (principesse), per lo più cameriere del bar col compito di fornire alcol e cibo ai clienti e le “beauties” (bellezze), in gran parte ballerine destinate ad offrire poi anche servizi di tipo sessuale ai clienti.
Sia le princesses che le beauties potevano essere ingaggiate dai clienti del locale e portate in stanze private, pagando somme tra i 200 e i 300 yuan (poco più di 20-30 euro).
Il prezzo poi saliva per avere la ragazza a propria disposizione tutta la notte a casa propria o in una stanza privata del locale: da 800 a 1500 yuan, 80-150 euro circa. Nel night club c’erano 52 stanze private e vi lavoravano oltre 100 ragazze.
La polizia ha chiuso anche un locale notturno a Guangzhou, nella provincia del Guangdong, dove sono state arrestate cinque persone sospettate anche di essere coinvolte in un giro di droga.
In base alla legge locale, i locali notturni a Guangzhou non possono rimanere aperti oltre le due di notte. Quando la polizia è intervenuta, più tardi delle tre, il locale era ancora aperto e pieno di gente.
Sin dallo scorso mese, stando all’agenzia Nuova Cina, nella capitale Pechino sono stati chiusi 35 locali e arrestate oltre mille persone per traffici illeciti.
Sempre nella stessa ottica il governo cinese ha fatto negli ultimi mesi anche molti sforzi per bloccare la pornografia via internet, chiudendo 1250 siti e cancellando informazioni trasmesse on line con contenuti pornografici o volgari.
L’operazione contro i locali notturni ha riaperto il dibattito sul problema dell’industria del sesso in Cina. “L’esistenza dell’industria del sesso in Cina – ha detto Xiao Dong, direttore di un gruppo di volontari di un’associazione per la lotta all’Aids a Pechino – mette in risalto il grande fallimento del sistema sociale nel paese. Il governo dovrebbe focalizzare la sua attenzione sugli aspetti sociali, garantendo lavoro anche ai lavoratori del sesso, che spesso provengono dalle zone rurali e sono costretti a fare quel tipo di attività per mandare qualche soldo a casa”.
