La riscoperta di Confucio in Cina è stata sancita dall’inaugurazione di una nuova statua del filosofo in piazza Tiananmen, nel centro di Pechino. La fotografia della statua, alta quasi 8 metri, compare oggi sulle prime pagine di molti quotidiani cinesi, che si astengono dai commenti.
Secondo lo ”Strait Times” di Singapore, la posizione della statua nel centro politico di Pechino e della Cina, davanti al Museo Nazionale e a pochi passi da Zhongnanhai, il centro residenziale dove vivono molti dirigenti del Partito Comunista Cinese, ”mette il saggio dell’antichità sullo stesso piano di alcune figure di primo piano del movimento comunista come Karl Marx e Sun Yat-sen, il fondatore della Repubblica cinese, i cui ritratti sono stati esposti in varie occasioni sulla piazza”.
Il ritratto del fondatore della Cina comunista, Mao Zedong, si trova quasi di fronte alla statua, esposto in permanenza all’ingresso settentrionale della Città Proibita.
Negli anni della Rivoluzione Culturale (1966-1976) lo stesso Mao e il suo allora ”numero due”, Lin Biao, misero sotto accusa il ”reazionario” Confucio, facendone uno dei bersagli preferiti delle loro ”guardie rosse”.
Il curatore del Museo Nazionale Lu Zhangshen ha affermato che la decisione di erigere la statua nel centro di Pechino è motivata dal fatto che Confucio, oltre ad essere conosciuto da tutti i cinesi, ”ha un profondo impatto sulla comunità internazionale, perché rappresenta la cultura tradizionale cinese ed è un ambasciatore della cultura cinese”.
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