PECHINO, CINA – Centinaia di poliziotti hanno impedito domenica ai membri di un gruppo di cristiani di riunirsi e pregare all’ aperto, nell’ultima dimostrazione della volonta’ del governo di cinese di bloccare qualsiasi forma di dissenso.
I membri della Chiesa di Shouwang, che ha un migliaio di aderenti, avevano deciso di pregare per strada dopo essere stati sfrattati dall’ appartamento nel quale tenevano le loro funzioni, per le pressioni esercitate dalla polizia sul proprietario.
Il luogo nel quale avrebbe dovuto svolgersi la protesta e’ stato occupato dagli agenti. Testimoni hanno affermato che decine di persone sono state fermate dalla polizia.
Il governo cinese appare preoccupato del possibile ”contagio” delle rivolte popolari nel mondo arabo, che in Cina hanno avuto un’eco negli appelli apparsi su Internet a manifestare per la democrazia in quelle che sono state chiamate le ”passeggiate dei gelsomini”.
Decine di persone sono state arrestate o sono ”scomparse” da quando, in febbraio, gli appelli hanno cominciato a circolare. Tra gli altri e’ finito in prigione Ai Weiwei, uno dei piu’ noti artisti cinesi e severo critico del governo autoritario di Pechino.
Le autorità comuniste cinesi consentono la pratica del culto religioso solo in chiese approvate dallo stato, ma molti cristiani appartengono a congregazioni non registrate che spesso si riuniscono in case private. Queste ”chiese in casa” sono oggetto di vari tipi di vessazioni da parte della polizia.
Secondo quanto riferisce l’Associated Press, oltre 60 milioni di cristiani si riuniscono per pregare in queste chiese indipendenti, mentre sono 20 milioni i cristiani che frequentano le chiese di stato.
