Cina, stressati dal test di ingresso all’università: tre ragazzi suicidi

Troppo stress in vista del test di ammissione all’università e tre gli studenti si sono tolti la vita in diverse parti della Cina. Lunedì mattina alle sette un ragazzo, che già una volta in passato non era riuscito a superare l’esame, si è ucciso gettandosi dal dodicesimo piano di un edificio nella città di Guangshui, nella provincia dell’Hubei.

Sempre lunedì una studentessa è stata trovata morta nella città di Ezhou (sempre nell’Hubei). Non sono stati ancora forniti dettagli circa le modalità e le cause della morte, ma la stampa locale adombra, anche in questo caso, il sospetto di un suicidio. Nella città di Zhenjiang, nella provincia del Jiangs, il terzo caso. Un ragazzo di 21 anni si è impiccato con un cavo del computer poche ore prima dell’inizio degli esami. Il ragazzo aveva già nel 2006 dovuto interrompere i suoi studi per problemi mentali, salvo poi riprendere dopo un anno. Quasi ogni anno in questo periodo la stampa cinese riporta casi di suicidi da parte di studenti sottoposti allo stress del cosiddetto “gaokao”, considerato dai più l’esame della vita. Molti sono gli studenti che non sembrano in grado di sopportare il peso di questo duro periodo di studio e di esami. Il “gaokao” dura almeno nove ore e si svolge nell’arco di due giorni.

E’ l’unico esame che in Cina consente l’accesso alle università. Più è alto il punteggio finale, più sono alte le possibilità di accedere alle migliori università cinesi. Questo è il 33/o anno del Gaokao, che fu istituito nel 1977. Secondo una ricerca condotta dalla società MyCOS e pubblicata lo scorso mese di maggio, il 75% degli studenti cinesi si sente molto sotto pressione da febbraio ad aprile, nel periodo della preparazione in vista degli esami e anche il 63% dei genitori risente di questo stress. Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Istruzione, il numero degli studenti che partecipano agli esami è crollato soprattutto negli ultimi due anni. Quest’anno il numero è di 650.000 studenti, più basso dell’anno scorso. “E’ la nuova società che deve essere considerata responsabile per queste morti – sostiene Geng Shen, ricercatore all’Accademia delle scienze dell’Educazione a Pechino -. Alcune professioni oggi sono svalutate, e sempre di più i genitori ambiscono a che i propri figli diventino ricchi o famosi, per acquisire rispetto da parte della società”.

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