Cina: diffondono voci su terremoto imminente, 5 arresti. Che direbbe Bertolaso?

Terremoto nello Sichuan nel 2008

In Cina, diffondere voci sull’arrivo di possibili terremoti, è un’operazione pericolosa che viene punita con il carcere. Lo sanno bene cinque persone tra i 20 e i 35 anni di età sono state arrestate dalla polizia cinese con l’accusa di aver diffuso le voci su un imminente terremoto che hanno gettato nel panico milioni di persone nella provincia settentrionale dello Shanxi.

Una soluzione radicale al problema del procurato allarme che, con ogni probabilità, farà sorridere il capo della Protezione civile Guido Bertolaso.

Pochi giorni prima del terremoto un tecnico, Giampaolo Giuliani, diffuse la voce su un possibile sisma nell’area di Avezzano. Bertolaso la prese male, accusandolo di diffondere il panico. In una delle recenti intercettazioni telefoniche relative all’inchiesta sul G8 Bertolaso di Giuliani dice: “Lo denuncio per procurato allarme e uno viene massacrato”.

In Cina, però,  è ancora viva l’impressione suscitata dal terremoto che ha colpito la provincia del Sichuan nel 2008, che ha causato la morte di quasi centomila persone. Le voci che si diffuse nello Shanxi tra il 20 ed il 21 febbraio hanno indotto milioni di persone a dormire all’aperto per paura del sisma nonostante il freddo invernale.

Gli arrestati dovranno pagare una multa pari a circa 50 euro e restare in custodia della polizia per un minimo di cinque e un massima di dieci giorni, aggiunge l’agenzia Nuova Cina.

La scienza ufficiale, in ogni caso, su di una cosa è concorde: ad oggi non esistono strumenti in grado di prevedere luoghi, tempistica e intensità dei terremoti.

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Emiliano Condò