Diverse persone sono rimaste ferite ieri sera a Cap-Haitian, seconda città di Haiti. Qui un consistente gruppo di persone ha manifestato contro il contingente nepalese dei caschi blu dell’Onu, considerato da alcune fonti responsabile dell’epidemia di colera che ha già ucciso un migliaio di persone in tutto il paese.
Proprio ieri, le Nazioni Unite hanno fatto sapere di attendersi un ”aumento significativo” dei morti – 917 secondo gli ultimi dati del governo – a causa del colera. Citando esperti in epidemie, il rappresentante aggiunto Onu a Port-au-Prince, Nigel Fisher, ha detto a New York che l’epidemia ”durerà sicuramente dei mesi”, senza escludere che possa protrarsi ”per anni”.
Casi della malattia, ha aggiunto, ”sono ormai stati riscontrati in tutti i dieci dipartimenti nei quali è suddiviso il paese”. A rendere note le manifestazioni sono state in particolare le emittenti locali. Secondo Radio Metropole, a Cap-Haitien ”migliaia di persone si sono riversate nelle strade, criticando la gestione dell’epidemia da parte delle autorità e chiedendo la partenza dei soldati della missione dell’Onu”. Proprio a causa dei disordini, la città è rimasta ”paralizzata”, ha aggiunto l’emittente, precisando che i manifestanti ”hanno lanciato sassi e bruciato pneumatici”.
A intervenire, bloccando le proteste, sono stati poi gli uomini della polizia e della Minustah, la missione Onu per la stabilizzazione del paese, che hanno lanciato gas lacrimogeni. Ormai da tempo circola nel paese l’ipotesi – sostenuta anche da alcuni studiosi – che i responsabili dell’epidemia possano essere i militari del Nepal che fanno parte del contingente Onu e che sono di stanza nei pressi del fiume Artibonite, nord del paese, l’area dove è cominciata l’epidemia.
Nell’isola di Hispaniola da decenni non si registravano casi di colera. La malattia è invece relativamente più presente in Nepal. Il ministero dell’educazione ha d’altra parte lanciato una campagna di sensibilizzazione sulla malattia in tutto il Paese. La situazione haitiana viene in particolare seguita attentamente dalla confinante Repubblica Dominicana.
La polizia inviata da Port-au-Prince, sempre ieri ha bloccato a Dajabon, alla frontiera, l’ingresso nella Repubblica Domenicana di centinaia di haitiani, che come ogni lunedì intendevano attraversare il confine per vendere i propri prodotti nei mercati locali. Proseguono d’altra parte in tutto il paese i preparativi in vista delle elezioni presidenziali e legislative in programma il 28 novembre. Secondo alcuni esperti, il voto dovrebbe essere rinviato e il governo dovrebbe concentrare i propri sforzi proprio sull’emergenza colera, e sugli aiuti e la ricostruzione del Paese dopo il mega-terremoto dello scorso 12 gennaio, nel quale hanno perso la vita circa 250 mila persone.
Intanto le immagini che giungono dall’isola caraibica sono agghiaccianti: ta le prime vittime ci sono infatti i bambini. Si sconsiglia quindi la visione ad un pubblico sensibile: