Torino – "Siamo qui a morire. Il governo, Berlusconi, il ministro Frattini abbiano pietà di noi". Sono queste le parole del comandante Giuseppe Lubrano Lavadera della petroliera Savina Caylyn, sequestrata dai pirati somali l'8 febbraio scorso, durante una telefonata con 'Repubblica'. Il comandante racconta una situazione drammatica: "Siamo stati tutti radunati sulla plancia, dobbiamo stare seduti o stesi e non possiamo muoverci", e ancora "Siamo sotto la minaccia costante delle armi. I sessanta pirati a bordo sono tutti armati, mitragliatrici e fucili, e ogni tanto sparano per terrorizzarci". Ma la cosa più dura da sopportare, spiega il comandante, è il fatto che "i pirati ci sbeffeggiano. Due settimane fa sono stati sequestrati un peschereccio spagnolo e uno greco. I marinai sono stati liberati dopo un paio di settimane grazie ai riscatti di nove e quattrodicimila dollari. Da allora i pirati non fanno che ripeterci: la Spagna paga, la Grecia paga per i suoi, per l'Italia voi non esistete".