Dopo la contraccezione anche l’eutanasia passiva: la Chiesa rivedrà ancora il libro di catechismo Youcat?

CITTA’ DEL VATICANO – Dopo il nodo sulla contraccezione, la Chiesa dovrà affrontare quello sull’eutanasia. Infatti sul libro di catechismo Youcat, nella traduzione italiana, ha suscitato dubbi tra le autorità ecclesiastiche per via dell’interpretazione dell’eutanasia. Nel mirino ci sarebbe un passaggio, che ha gia’ sollevato discussioni: quello in cui si parla di eutanasia, con un distinguo tra eutanasia attiva – cioe’ provocare la morte, cosa che va condannata – ed eutanasia passiva, che ”obbedisce invece al comandamento dell’amore per il prossimo”, ”aiuta una persona durante la morte” e ”rinuncia a procedure mediche straordinarie”.

Il cardinale Christoph Schoenborn ha riconosciuto che ”il termine eutanasia introduce a una interpretazione erronea” laddove ”il testo tedesco e’ chiaro”. Li’ si parla di ”inevitabilita’ della morte”, ha spiegato mons. Fisichella, che guida il Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione. ”I termini ‘eutanasia attiva’ ed ‘eutanasia passiva’ – ha aggiunto, con una chiara sferzata – sono in disuso, non dovrebbero piu’ essere usati e creano fraintendimenti. Su questo piano bisogna essere precisi il piu’ possibile”.

Lo ‘svarione’ che ha fatto piu’ rumore riguarda i metodi anticoncezionali e la coppia. Quella parola, ”anticoncezionali”, ha sollevato un vespaio, perche’ induce a pensare che si dia un implicito via libera a metodi contraccettivi – dalla pillola al condom – che invece la Chiesa non accetta. E questo sebbene le indicazioni fornite a corredo siano focalizzate sui metodi naturali. Dopo un blocco temporaneo delle vendite deciso dalla casa editrice, Citta’ Nuova, in attesa di lumi, si e’ optato per un errata corrige e le vendite sono state subito sbloccate: al libro e’ stato allegato un foglietto col testo riformulato e il termine ”anticoncezionale” e’ stato sostituito con ”regolazione della fecondita”’. Dicitura piu’ aderente all’originale tedesco.

”YouCat contiene errori di traduzione, non di dottrina”, ha detto Schoenborn, spiegando tra l’altro che il testo, e non solo quello italiano, avra’ bisogno di correzioni e che per questo sara’ costituito un gruppo di lavoro presso la Congregazione della dottrina della fede. Certo, ”i traduttori a volte sono traditori”, ha aggiunto tra il serio e il faceto.

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Alberto Francavilla