KABUL – Venti persone sono morte durante un attacco alla sede Onu a Mazar-i-Sharif, città settentrionale afghana, condotto da manifestanti che protestavano per il Corano bruciato recentemente negli Stati Uniti. Lo ha detto la polizia locale. Due delle vittime sarebbero state decapitate.
Un portavoce della polizia ha detto che ”tutte le persone uccise dai manifestanti sono straniere”. Il portavoce della Missione dell’Onu in Afghanistan (Unama) Don McNorton, ha detto di essere ”al corrente di un incidente nella nostra sede di Mazar. Stiamo verificando” ha aggiunto. La Farnesina ha fatto sapere che l’unica italiana impiegata in quella sede è rimasta illesa.
Ma non è rimasta isolata la manifestazione di Mazar-I-Sharif. Oltre un migliaio di persone sono scese in piazza a Kandahar, nel sud del Paese, sempre  per protestare contro il rogo del Corano e quattro manifestanti sono stati uccisi. Secondo i testimoni, i poliziotti hanno sparato in aria per impedire ad un gruppo di manifestanti di unirsi al corteo principale. I manifestanti scandiscono slogan come “Morte all’America” e “Morte a Hamid Karzai”. Il corrispondente France Presse ha visto i cadaveri di due uomini, descritti come manifestanti, senza che venissero fornite le generalità né le circostanze precise del decesso. In città si sentono colpi di arma da fuoco: i manifestanti si sono divisi in piccoli gruppi.