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Corridoi umanitari verso Russia e Bielorussia, l’Ucraina rifiuta l’offerta di Putin, altra tregua finta?

La Russia offre agli ucraini una tregua con la possibilità di usare i corridoi umanitari. E l’Ucraina rifiuta. Come rifiuta? Può il paese aggredito rifiutare una simile proposta? Certo che può, visto che i russi hanno messo a disposizione corridoi umanitari verso Russia e Bielorussia (noto alleato di Putin).

Non è difficile capire la posizione degli ucraini. Sarebbe come se i nazisti avessero offerto agli ebrei treni gratis per Auschwitz. O se i serbi avessero proposto ai bosniaci di lasciare Sarajevo per trovare rifugio a Belgrado.

Inoltre, dopo che la tregua dei giorni scorsi si è dimostrata completamente farlocca, come ci si può fidare ancora dei russi in questa guerra?

Corridoi umanitari verso Russia e Bielorussia

In Ucraina, i russi fermano le armi per consentire i corridoi umanitari dalle principali città. E i civili, sottolineano i media internazionali, vengono portati per lo più in Russia e Bielorussia, “Paese alleato di Mosca”.

Quello da Kiev porta verso la Bielorussia, mentre per Kharkiv ce n’è uno solo verso la Russia. Quello da Mariupol va alla città russa di Rosto-on-Don, vicino al confine con l’Ucraina, mentre da Sumy ce ne sono due: uno verso altre città dell’Ucraina e l’altro verso la Russia.

L’Ucraina rifiuta i corridoi umanitari russi

L’Ucraina ha affermato che la proposta della Russia sui corridoi umanitari che portano i rifugiati in Bielorussia o in Russia è “completamente immorale”. Lo ha affermato un portavoce del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo quanto riporta la Bbc. “Questa è una storia completamente immorale. La sofferenza delle persone viene utilizzata per creare l’immagine televisiva desiderata”, ha aggiunto.

La Cina scende in campo per mediare

Sul fronte della mediazione, dopo i vari leader europei, è pronta a scendere in campo la Cina. Il ministro degli Esteri Wang Yi dichiara che Pechino è pronta a svolgere “un ruolo costruttivo per facilitare il dialogo e la pace, lavorando a fianco della comunità internazionale per svolgere la necessaria mediazione”. “Bisogna prevenire – dice Wang Yi – una crisi umanitarie su larga scala”. Il ministro cinese parla anche di “un’amicizia forte come una roccia” tra Pechino e Mosca. “I due Paesi – spiega – manterranno il focus strategico e continueranno ad approfondire il partenariato strategico globale di coordinamento per una nuova era”.

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Alberto Francavilla