Corte suprema Usa ammette processo civile al Vaticano per preti pedofili. Sei giudici su nove sono cattolici

La Corte suprema americana apre alla possibilità che il Vaticano possa essere giudicato responsabile civilmente per le azioni dei preti pedofili. E ammette il processo civile per un prete sotto accusa.

Importante è notare che i giudici della Corte sono in larga maggioranza cattolici, in un paese in cui la religione di appartenenza ha un valore di identità politica molto più forte che in Italia. Sei giudici su nove sono cattolici, due ebrei e uno protestante.

Il caso è questo: in Oregon si è aperto un processo ‘Anonimo contro Santa Sede’ in cui il Vaticano è stato chiamato in causa per aver ripetutamente trasferito un prete irlandese da città a città nonostante fossero stati segnalati a suo carico ripetuti casi di molestie sessuali su minori. Il Vaticano aveva deciso di invocare il diritto all’immunità che spetta agli Stati sovrani per bloccare il processo. Sul ricorso si era espressa favorevolmente l’amministrazione Obama, mentre era stato respinto nel corso di vari gradi di giudizio e da ultimo dalla Corte d’Appello di Sacramento.

Quindi il caso è arrivato davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti che, oggi, ha però deciso di non pronunciarsi sul diritto all’immunità del Vaticano nei casi di pedofilia e, così facendo, ha tolto l’ultimo ostacolo al processo civile intentato in Oregon da un privato cittadino contro il Vaticano per pedofilia. Ha cioè aperto alla possibilità che la Santa Sede sia chiamata a risarcire dei suoi fedeli, rispondendo dell’operato dei preti.

Secondo le prime interpretazioni, infatti, i giudici hanno riconosciuto che il Vaticano può essere considerato civilmente responsabile delle azioni dei preti pedofili. I giudici non hanno però accompagnato il ‘no’ all’esame del caso con una motivazione.

La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti non è solo importante in sè ma potrebbe creare un precedente per tutti gli altri casi di preti pedofili nel mondo. Ovvero, ricorrendo alla memoria di questa decisione, si potrebbe riuscire, anche in altri paesi, a processare il Vaticano e i preti che si sono macchiati di abusi sessuali.

Il prete al centro del caso, il reverendo Andrew Ronan, nel frattempo è morto. L’azione legale considera il Vaticano corresponsabile dei suoi abusi avendolo trasferito dall’Irlanda a Chicago e poi a Portland nonostante fosse a conoscenza delle accuse contro di lui.

L’accusa. Si dice contento Jeff Anderson, l’avvocato che accusa il Vaticano nel caso ‘Anonimo contro Santa Sede’: “L’azione della Corte – afferma – è una risposta alle preghiere di migliaia di sopravvissuti alle molestie sessuali dei preti che finalmente avranno una chance di avere giustizia”.

L’avvocato del Vaticano Jeffrey Lena avrebbe preferito risolvere la questione a livello della Corte Suprema, ”ma la decisione di oggi non significa che eravamo in errore nella interpretazione della legge”. Lena ha ricordato che su questo punto l’amministrazione Obama aveva dato ragione alla Santa Sede: ”I giudici di Washington hanno valutato che il caso non meritava di essere esaminato al loro livello per ora”.

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