Allegra rimorchiata a Desroches. Sicurezza, colpa del low cost?

Costa Allegra (foto LaPresse)

ROMA – Stavolta è andata bene, ai passeggeri della Costa Allegra è stata perfino servita la colazione, il mega-peschereccio francese ha raggiunto la nave, la rimorchierà fino all’isola più vicina, la Desroches. In altri momenti sarebbe considerata un paradiso di spiagge bianche immacolate e resort esclusivi, tra il corallo della barriera e il blu cristallo del mare: ora, per i 1049  croceristi, è solo la fine dell’incubo notturno, persi in mezzo all’oceano indiano sul gigante alla deriva. Qualcuno avrà rimpianto di aver sfidato la sorte, le immagini della Concordia ancora accasciata sul fianco davanti all’Isola del Giglio. E’ un periodo nerissimo per la Costa e anche per la sua capogruppo Carnival: suona come l’ennesima beffa del destino anche la rapina a 22 passeggeri della Splendor, transatlantico  della casa madre, derubati appena sbarcati a Puerto Vallarta, da dove intendevano partire per visitare la giungla messicana.

Troppo episodi sfortunati, mettiamoci anche l’incidente e il fermo della petroliera Enrica Lexie nel sud dell’India: per la marineria italiana sono giorni cupissimi. Per l’immagine, per il lavoro. La Costa Crociere, oltre ad essere un fondamentale sbocco occupazionale, potrebbe tornare ad essere un importante volano economico anche per la travagliata Fincantieri di Genova. Ma il problema, in un settore come questo, è che il tema della sicurezza è cruciale, un’altra batosta del genere può far affondare un intero settore.

Una fatalità, solo una fatalità, dicono a caldo dirigenti preoccupatissimi della Cgil e della Uil. Ma Remo Di Fiore, figura storica del sindacalismo dei marittimi, a lungo segretario della Fit-Cisl, accusa: “Le navi sono0 sempre più grandi per caricare sempre più gente: una macchina infernale che va fermata. Non dice che i livelli di sicurezza non siano all’altezza, quello no. Ce l’ha con un modello di business, ce l’ha con i viaggi per mare versione low cost. “Le grandi navi esasperano il business, rincorrono le economie di scala. E non parlo solo di navi da crociera ma anche di traghetti. Anzi, qui forse la situazione è più delicata”.

Un esempio che rende l’idea: “Quando si sale su una nave da crociera è obbligatorio partecipare alle esercitazioni: ma chi le spiega qualcosa se si imbarca su un traghetto e va a dormire?” Lo sfogo di Di Fiore, però, sembra isolato, c’è voglia di capire ma soprattutto c’è la preoccupazione di difendere la Costa. Salvatore Nocerino, della Uiltrasporti marittimi si attacca alla sfortuna, non ‘è altro motivo.  ”Una sfortuna, è stata una sfortuna che Costa non meritava”. ”A volte accade – precisa – è un periodo nero per l’azienda. Conosco il management, a terra e a bordo, sono tutti professionisti molto preparati e responsabili.  C’è la possibilità che la gente si spaventi davanti a tutto questo – prosegue Nocerino – però bisogna ricordare che quello marittimo resta uno dei mezzi di trasporto più sicuri al mondo. Inoltre Costa Crociere ha un’attenzione maniacale per la sicurezza: già prima dell’11 settembre adottava sistemi all’avanguardia, che oggi sono ancora piu’ efficienti”.

A Genova, anche tra i sindacati, è difficile trovare qualcuno che voglia attaccare Costa. La Costa Crociere, oltre ad essere un fondamentale sbocco occupazionale, potrebbe tornare ad essere un importante volano economico anche per la travagliata Fincantieri. Lo sa bene Salvatore Nocerino: ”L’azienda è un baluardo per l’occupazione, soprattutto qui a Genova. Certo questi incidenti non fanno bene alla Costa, e più in generale al settore e ai lavoratori. Ora occorre lanciare messaggi per far capire che quelle navi sono dei modelli di sicurezza. E’ fondamentale”. Per ora Concordia, Allegra son nomi che non hanno portato bene, ma essere fatalisti o maledire il destino non porterà più lavoro.

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Warsamé Dini Casali