PARIGI – Caritas International annuncia in una nota il rapimento da parte di un gruppo armato di Abidjan del suo rappresentante in Costa d’Avorio, il sacerdote Richard Kissi, di cui si chiede la ”liberazione immediata”.
”La Caritas chiede la liberazione immediata e incondizionata del sacerdote Richard Kissi, direttore diocesano della Caritas ad Abidjan, rapito nella tarda mattinata del 29 marzo da un gruppo armato”, afferma l’organismo in una nota pubblicata sul suo sito internet. ”Padre Kissi – prosegue la Caritas – forniva aiuto umanitario d’urgenza alle persone colpite dal conflitto in Costa d’Avorio”.
”Caritas lavora sempre senza fare distinzioni religiose, politiche o etniche. Gli operatori umanitari devono essere in grado di poter lavorare in sicurezza, come stabilito dalle convenzioni di Ginevra”, afferma nella nota Lesley-Anne Knight, segretario generale di Caritas Internationalis. Padre Kissi, prosegue ancora l’Ong, è stato rapito da un gruppo armato nel comune di Anyama, nella periferia di Abidjan, dove si trovava per evacuare diversi seminaristi, dopo i violenti scontri nel quartiere.
Da allora, Caritas Costa d’Avorio è senza notizie di Padre Kissi e le indagini non hanno condotto ad alcun risultato. ”Non sappiamo in che condizioni si trovi Padre Kissi e non abbiamo ricevuto alcuna rivendicazione da parte dei rapitori”, ha detto Jean Djoman, direttore del dipartimento per lo Sviluppo e la Promozione umana della Caritas in Costa d’Avorio. L’Ong è attiva nella fornitura di aiuto alimentare, cure mediche e infrastrutture sanitarie a migliaia di sfollati in Costa d’Avorio e in Liberia.
La situazione nel paese africano è molto tesa. Il presidente della Costa d’Avorio riconosciuto dalla comunità internazionale, Alassane Ouattara, ha detto oggi in un discorso che le sue forze sono “alle porte di Abidjan” (la capitale del paese fino al 1983), dopo quattro giorni di offensiva contro i militari fedeli al presidente uscente Laurent Gbagbo.
Ouattara in un discorso radio-televisivo ha chiesto ai militari fedeli a Gbagbo di “unirsi” alle sue forze. Colpi di artiglieria pesante sono stati sentiti oggi dal corrispondente della France Presse nei pressi di un importante campo della gendarmeria di Gbagbo ad Abidjan.
Le forze di Ouattara hanno conquistato oggi il porto di San Pedro, grosso centro per l’esportazione del cacao, e la città di Aboisso, vicino alla frontiera col Ghana, 110 km a est della ex capitale.
Ieri, 30 marzo, i pro-Ouattara avevano preso la capitale Yamoussoukro. Aboisso si trova sulla strada fra la capitale ed Abidjan, dove ormai sono isolati Gbagbo e i suoi.
In giornata si era diffusa la voce che il presidente uscente si fosse rifugiato in una ambasciata (le rappresentanze diplomatiche sono rimaste ad Abidjan), ma uno speaker della tv di stato durante il telegiornale ha detto che Gbagbo è nella sua residenza e che nelle prossime ore parlerà alla popolazione.
A rifugiarsi nell’ambasciata sudafricana ad Abidjan è stato ieri sera il capo di stato maggiore dell’esercito del presidente uscente, il generale Philippe Mangou, con la moglie e i cinque figli.
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