La variante Omicron del coronavirus rappresenta adesso l’89,1% dei nuovi casi globali di Covid, mentre la Delta – che in precedenza era dominante nel mondo – il 10,7%: è quanto emerge dall’aggiornamento epidemiologico settimanale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) sul virus.
I livelli, spiega l’Oms, derivano dai campioni raccolti negli ultimi 30 giorni, che sono stati sequenziati e caricati nella banca dati scientifica globale Gisaid.
Il livello di rischio legato alla variante Omicron del coronavirus “rimane molto elevato”, anche se nel mondo rallenta la crescita dei nuovi contagi da Covid: lo ha reso noto nella tarda serata di ieri l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel suo aggiornamento epidemiologico settimanale sul virus.
Il Covid nel mondo, siamo arrivati al livello settimanale di contagi più alto dall’inizio della pandemia
Il rapporto sottolinea comunque che le nuove infezioni hanno superato la settimana scorsa quota 21 milioni, il livello settimanale più alto dall’inizio della pandemia. Nella settimana al 23 gennaio “sono stati segnalati oltre 21 milioni di nuovi casi, che rappresentano il numero più alto di casi settimanali registrati dall’inizio della pandemia”, si legge nel rapporto dell’Oms.
Si tratta di un incremento del 5% rispetto ad un aumento del 20% registrato la settimana precedente, prosegue l’Organizzazione sottolineando che “un aumento più lento dell’incidenza dei casi è stato osservato a livello globale”.
Allo stesso tempo, i nuovi decessi provocati dalla malattia sono stati quasi 50.000, un livello simile a quello della settimana precedente. Omicron, sempre secondo l’Oms, continua ad accrescere il suo dominio a livello globale rispetto alle altre varianti del coronavirus.
“L’attuale epidemiologia globale della SARS-CoV-2 è caratterizzata dal predominio della variante Omicron su scala globale, dal continuo declino della prevalenza della variante Delta e dalla circolazione a livelli molto bassi delle varianti Alpha, Beta e Gamma”, spiega il rapporto. I “Paesi che hanno registrato un rapido aumento dei casi di Omicron a novembre e dicembre 2021 stanno iniziando a vedere un calo dei casi”, osserva l’Oms Tuttavia, “sulla base dei dati attualmente disponibili, il rischio complessivo relativo alla variante Omicron rimane molto elevato”.
Il Covid in Austria
L’Austria revoca il lockdown per i non vaccinati in vigore da alcune settimane. Lo comunica in una breve nota il cancelliere Karl Nehammer. “La priorità assoluta è di limitare il più possibile le restrizioni. Il lockdown per i non vaccinati è uno dei provvedimenti più restrittivi. La situazione negli ospedali ci consente di terminarlo”, scrive Nehammer.
Covid, la situazione della Danimarca
Il governo danese ha proposto di porre fine, la settimana prossima, a tutte le rimanenti misure restrittive anti Covid nel Paese: lo riporta il Guardian. In una lettera inviata al Parlamento, il ministro della Sanità Magnus Heunicke ha reso noto che l’esecutivo intende seguire le raccomandazioni in questo senso pubblicate ieri da un gruppo di esperti. La proposta è comunque soggetta all’approvazione del Parlamento.
Covid in Brasile, è record di contagi a causa della variante Omicron
Il Brasile, dove la variante Omicron del coronavirus si sta diffondendo con forza, nelle ultime 24 ore ha registrato 199.126 nuovi contagi, la terza cifra più alta dall’inizio della pandemia. Il numero di casi è dunque salito a 24.334.072 ieri, quando la media è stata di 159.789 casi al giorno nell’ultima settimana, la più alta finora. In crescita anche il numero dei decessi: 489 ieri, facendo elevare il totale a 623.901, con una media di 332 casi al giorno nell’ultima settimana, un aumento del 170% rispetto a quella precedente. Nel frattempo, 148,5 milioni di brasiliani hanno ricevuto le due dosi dei vaccini, rappresentando il 69,1% della popolazione, e 163,3 milioni almeno una dose, il che equivale al 76% della popolazione di circa 215 milioni di abitanti.
In otto dei 27 Stati brasiliani, gli ospedali hanno più dell’80% delle loro sale di terapia intensiva occupate da pazienti affetti da coronavirus e la tendenza è un peggioramento della situazione a febbraio, secondo il Consiglio nazionale dei segretari della salute (Conass). Gli Stati ad alta occupazione ospedaliera sono Distretto Federale, Goias, Mato Grosso, Mato Grosso do Sul, Piauì, Maranhao, Espirito Santo e Pernambuco. Nella capitale, Brasilia, è occupato il 100% delle sale di terapia intensiva contro il Covid-19, con otto pazienti gravemente malati in attesa che si liberi un posto.
“È un momento preoccupante, i ricoveri aumentano ogni giorno, oggi abbiamo otto Stati con oltre l’80% di occupazione in unità di trattamento intensivo, ma ci sono già 18 Stati che stanno seguendo la stessa strada”, ha affermato il presidente di Conass, Carlos Lula. “Si è diffusa la falsa idea che la variante Omicron fosse innocua. Omicron è molto contagiosa e può uccidere”, ha sottolineato Lula. L’Imperial College Londra ha riferito che il tasso di trasmissione ha raggiunto 1,78 in Brasile, il più alto da luglio 2020.
Lo studio della Gran Bretagna sulla variante Omicron
Studio Gb, 65% persone con Omicron si sono reinfettate. I due terzi (il 65%) delle persone recentemente infettate dalla variante Omicron del coronavirus in Inghilterra affermano di aver già avuto il Covid in precedenza. E’ quanto emerge dall’ampio studio dell’Imperial College London chiamato React. I risultati della ricerca riguardano circa 100 mila tamponi compiuti nelle prime due settimane dell’anno. Serve comunque ancora lavoro, come hanno spiegato gli scienziati dell’università londinese, per stabilire quante persone si sono realmente reinfettate. Ma già sono emerse le categorie più a rischio: sono gli operatori sanitari e le famiglie numerose e con bambini. Non è ancora chiaro quanti dei volontari risultati positivi siano stati vaccinati completamente. Altre stime, come quelle contenute in un rapporto della britannica Health Security Agency (Ukhsa), hanno suggerito che un caso su 10 di Omicron è una possibile reinfezione.
Il Covid in Slovenia
In Slovenia non si arresta la crescita dei contagi, che nelle ultime 24 ore hanno segnato un nuovo picco con poco meno di 14 mila casi su 22.924 test effettuati, pari a un tasso di positività del 76,3%. I decessi da ieri sono stati 14. Le infezioni attive nel paese sono 136.355, oltre 10 mila in più rispetto al giorno precedente. Le nuove direttive ministeriali, entrate in vigore all’inizio della settimana, stanno creando qualche difficoltà nella gestione dei ricoverati. Secondo il nuovo protocollo del ministero della Salute, i reparti ospedalieri dedicati al coronavirus curano anche pazienti con infezione che necessitano di cure ospedaliere per altre malattie. Secondo quanto riporta l’Agenzia di stampa slovena (Sta), questa situazione blocca anche cure ordinarie e appesantisce il carico nelle strutture dedicate alla cura del Covid-19. Al momento le persone che necessitano di cure ospedaliere sono 670, delle quali 127 in terapia intensiva.
Il Covid in Israele
Se i contagi sono a quota 76.017, il tasso di positività è ora al 21.83%, uno dei maggiori delle ultime settimane in Israele. Ad aumentare sono i malati gravi arrivati a 888, un numero che non si vedeva da tempo. Buona notizia invece – secondo i media – la tendenza delle ospedalizzazioni a stabilizzarsi. C’è preoccupazione per il numero dei morti che in una settimana sono stati 130: secondo i dati in buona parte persone non vaccinate. A fronte della situazione, sospinta dalla variante Omicron, esperti della sanità hanno consigliato al governo di Naftali Bennett di rinviare di almeno 10 giorni la decisione (prevista da domani) di esentare dalla quarantena gli alunni che siano stati in contatto con un positivo.