I resti del cranio conservati a Mosca sono di Adolf Hitler. I servizi segreti russi hanno ribadito oggi 7 dicembre l’autenticità dei frammenti del capo del Fuhrer, conservati negli archivi di Mosca, smentendo la versione avanzata nei mesi scorsi da ricercatori americani secondo i quali il cranio in realtà apparterrebbe a una donna.
“Negli archivi dei servizi segreti (Fsb, ex Kgb) sono conservati i frammenti autentici della mandibola di Hitler, mentre negli archivi statali vi sono i resti del cranio. Oltre a questi materiali, recuperati il 5 maggio 1945, non esistono altri frammenti del corpo di Hitler”, ha detto a Interfax il generale Vasili Khristoforov, uno dei dirigenti degli archivi dell’Fsb.
“Tutto quello che rimase del corpo di Hitler fu bruciato nel 1970”, ha aggiunto. Per Khristoforov, questi materiali “sono unici e costituiscono le prove uniche della morte di Hitler, e proprio per questo vengono conservati negli archivi come reperti di grande importanza”. Lo scorso settembre in un documentario andato in onda su History Channel esperti americani misero in dubbio la versione fin qui nota sui resti di Hitler, sostenendo che i frammenti della mandibola e del cranio del Fuehrer apparterrebbero in realtà a una donna. Khristoforov, con riferimento a tale teoria, ha sottolineato che nessun esperto americano si è mai rivolto agli archivi dell’Fsb per ottenere il permesso a effettuare nuove analisi del Dna sui frammenti del cranio di Hitler. “Ma anche se si prendessero dei campioni di Dna sui frammenti da noi conservati non si capisce con quali dati essi potrebbero essere confrontati”, ha osservato Khristoforov.
Le analisi svolte all’Università del Connecticut dai ricercatori Nick Bellantoni e Linda Strosbach hanno messo in dubbio l’autenticità dei frammenti del cranio del Fuehrer conservati negli archivi russi, sostenendo invece che essi apparterrebbero a una donna di meno di 40 anni e non a un uomo di 56, l’età di Hitler al momento della morte.
Adold Hitler si suicidò nel suo bunker di Berlino il 30 aprile 1945 insieme alla moglie Eva Braun. I sovietici riuscirono a recuperare il 5 maggo successivo solo i frammenti della mandibola e del cranio del Fuehrer, che furono spediti a Mosca per le analisi di identificazione, mentre il resto del corpo carbonizzato fu sepolto nel territorio in una delle caserme sovietiche nella zona di Magdeburgo. Nel marzo 1970 fu deciso di restituire il controllo del territorio alle autorità tedesche dell’allora Ddr, e per evitare che quel luogo si trasformasse in un posto di venerazione e pellegrinaggo da parte di neonazisti, fu presa la decisione di eliminare definitivamente i resti del corpo già carbonizzato di Hitler, che furono nuovamente bruciati, inceneriti, mescolati col carbone e gettati nel fiume Biederitz.