ROMA – Una crisi economica dilagante, il fondamentalismo islamico che prende piede: รจ in questo contesto che vivono, come dei veri e propri “paria”, i cristiani del Pakistan. Una comunitร ai margini, come racconta Barbara Schiavulli nel reportage da Islamabad pubblicato sul Fatto Quotidiano. Nella capitale i cristiani vivono in una bidonville, una baraccopoli fatta di mattoni di fango e fogne a cielo aperto. Racconta la Schiavulli: “Un paio di uomini sono intenti a raccogliere la pattumiera, lโodore delle fogne a cielo aperto impregna i vicoli stretti, una ragazzina con un secchio va a prendere lโacqua al pozzo, mentre una donna sbircia da una porta di casa. Ci sono delle casupole di mattoni di fango costruite alla rinfusa dove pullulano bimbi impolverati che con gli occhietti vivaci scorrazzano tra le immondizie”.
I cristiani sono 2 milioni in un paese di 180 milioni di abitanti, e sono la minoranza religiosa piรน discriminata. โSiamo una specie di capro espiatorio, se gli americani sparano con i drone, i militanti se la prendono con noi, se cโรจ una faida basta accusarci di blasfemia e per noi non cโรจ speranzaโ, si sfoga Sanon Suhail, pastore della bidonville che dorme in una stanza vicino allโaltare dove celebra messa. Anche qui non cโรจ luce. Sua madre di occupa di tutto, della piccola scuola, dellโambulatorio, del catechismo”.
“A Kachi Cololy vivono 10 mila persone, in un buco dove la gente brulica e aspetta che qualcosa succeda. Allโentrata del ghetto cristiano cโรจ un manifesto della Bhutto, lโex premier รจ lโunico politico che rispettano. ร morta ma continua a vivere nelle loro speranze. ‘Anche se oggi viene diffuso un messaggio moderato, nelle scuole pakistane i testi scolastici del ministero insegnano che gli ebrei sono strozzini e i cristiani sanguinari crociati I rapporti qui ad Islamabad con i musulmani sono buoni โ dice Salik con tristezza – ma in altre cittร la situazione รจ difficile. E ai cristiani,avolte,vengonooffertisoldi per diventare musulmani'”.
