David Rohde . La fuga dai talebani. Epilogo

Cinque settimane dopo la liberazione di David, Asad, l’autista afghano detenuto e rimasto coi Talebani, attraversava il confine tra Pakistan e Afghanistan e informava la sua famiglia di essere libero. Dieci giorni dopo, in un una conversazione telefonica, Asad raccontava i particolari della fuga del giornalista visti dalla prigione.

All’alba i talebani si svegliano e inizialmente pensano che David e Tahir siano in bagno. Poi si rendono conto della loro fuga. Asad paga le conseguenze del gesto dei suoi compagni di prigionia. Viene rinchiuso in uno scantinato per tre settimane. I primi giorni viene battuto.

Secondo la sua versione, Asad, un giorno in cui un custode lo lascia solo, riesce a scappare dalla prigione. Prende un taxi e si fa portare al confine coll’Afghanistan. Nella telefonata avuta con David, Asad nega di aver mai cooperato con i talebani. Ha portato una pistola, dice, solo perché gli hanno ordinato di farlo.

Al ritorno in America, Rohde scopre la quantità di persone e istituzioni che si sono messe in moto per negoziare la sua liberazione o per raccogliere informazioni sulla locazione della sua prigionia. Famigliari, uomini del governo, istituzioni e una schiera di uomini afghani e pakistani si sono offerti di collaborare a vario titolo.

David scopre anche che tutte le affermazioni di Abu Tayyeb, il capo rapitore, erano false. Non c’era nessun accordo col governo afghano per rilasciare dei prigionieri dalle loro carceri, né tanto meno uno con gli Stati Uniti riguardo ai detenuti di Guantanamo. Subito dopo il rilascio, ci sono state voci di un riscatto pagato ai rapitori. Nessun riscatto, afferma David Rohde, è stato mai pagato, in ossequio ad un’affermata politica statunitense.

I Talebani continuano a rapire giornalisti. Il 6 settembre Stephen Farrel, corrispondente del New York Times è stato sequestrato nella provincia di Kunduz, con un suo collega afghano, Sultan Munadi. Quattro giorni dopo un raid britannico liberava Stephen. Tragicamente Sultan moriva nell’intervento, lasciando soli due figli.

David non può che ringraziare la sua buona stella e la sua audacia. In questo momento, in Afghanistan e in Pakistan giornalisti locali e occidentali continuano ad essere rapiti da talebani e militanti islamici. Non tutti hanno, né avranno, la fortuna toccata in sorte a David Rohde.

Published by
fmontorsi