David Rhode รจ catturato in Afghanistan e arriva in Pakistan come ostaggio dei talebani in un piccolo pick-up. Quando passa la frontiera col Pakistan, la macchina si trova davanti un posto di blocco improvvisato, e un soldato dellโesercito ferma il veicolo su cui Rhode e i suoi rapitori viaggiano.
Il talebano che siede accanto a Rhode carica il fucile e ordina al giornalista di coprirsi il viso con la sciarpa. Intanto il guidatore esce dal veicolo e va a parlare col soldato. Tutto finisce in fretta, il guidatore ritorna, la macchina riprende il cammino. Direzione prigionia, dove Rhode, due volte Pulizter, una delle firme prestigiose del New York Times, sarร tenuto per ben sette mesi, prima di riuscire a fuggire rocambolescamente e riconquistarsi cosรฌ la libertร .
Lโepisodio la dice lunga sul controllo esercitato dalle forze regolari pakistane sulle regioni tribali che confinano con lโAfghanistan. Quando la macchina dei talebani riprende la strada, Badruddin il talebano chiede al giornalista: ยซLo sai cosโera quello? ยป. E sorridendo: ยซLโesercito pakistanoยป.
Un cessate il fuoco, spiega, รจ stato concordato tra il talebani e lโesercito: tutti i civili devono uscire dalle macchine quando un convoglio militare si avvicina. Ma per i veicoli dei talebani, solo il guidatore รจ obbligato a uscire. La prassi, si capisce, permette ai talebani di nascondere ostaggi e militanti islamici stranieri.
Nel Nord Waziristan, Rhode, insieme ad un giornalista afghano e alla loro guida, sarร detenuto per lunghissimi mesi. Le sue impressioni su quel soggiorno drammatico rivelano un quadro penetrante di una realtร lontanissima ma costantemente presente nel mondo dellโinformazione.
A volte, nelle notti invernali i comandanti Haqquani (questo il nome della tribรน a cui fa capo il protettorato talebano locale) venivano a visitare la casa dove i prigionieri erano custoditi. Si parlava. Le conversazioni erano dominate dallโincrollabile fede che gli Stati Uniti facessero una guerra contro lโIslam.
Era, racconta Rhode, un universo logico pieno di contraddizioni. I comandanti biasimavano lโOccidente per lโuccisione di civili salvo celebrare poi gli attacchi suicidi che uccidevano musulmani innocenti. Denunciavano amaramente i missionari cristiani, ma ogni giorno il giornalista era spinto alla conversione.
Vedevano il giornalista, e tutto lโOccidente, come moralmente corrotti e intenti solo a perseguire bassi piaceri. LโAmerica aveva invaso lโAfghanistan, secondo la loro visione, per diventare piรน schifosamente ricca di quanto giร fosse.
A volte nelle guardie, quando i capi erano assenti, si intravedeva un lampo di umanitร . Queste erano per la maggior parte giovani tra i 20 e i 30 anni. Qualcuno era cresciuto come rifugiato in Afghanistan. Tutti avevano unโeducazione limitata, nessuno aveva superato gli studi primari, nessuno si era mai spinto oltre lโAfghanistan e il Pakistan. Restavano tutto il giorno nellโedificio, ascoltando la radio e scandendo ยซDio ร grande!ยป.
Cercavano modi di rompere la rigida monotonia. Dopo cena, cantavano canzoni Pashtum per ore e obbligavano Rhodes a fare altrettanto. Una notte, a malincuore, il giornalista fu costretto a cantare una canzone che faceva cosรฌ: ยซVoi avete bombe atomiche noi abbiamo kamikazeยป.