”Italia, riposa in pace”. E’ il titolo di un editoriale che appare oggi sul Wall Street Journal, secondo cui ”se la demografia è un destino, l’Italia sta letteralmente morendo” e la sua bassa natalità ”minaccia di avere conseguenze sociali ed economiche catastrofiche”. Il commento, a firma del giornalista italiano Giulio Meotti, parte dalle stime dell’istituto tedesco di ricerca demografica Max Planck, secondo il cui direttore James Vaupel se il trend attuale continuerà la popolazione italiana precipiterà a 10 milioni entro fine secolo.
Già ora – si legge nell’articolo – il 22% della popolazione è in pensione, uno dei tassi più alti del mondo, con il 15% del Pil italiano che va a finanziare la previdenza. L’Italia – prosegue l’editoriale – non è sola a commettere il ”suicidio demografico”, ma la peculiarità della Penisola è che il trend è considerato ”irreversibile”: le stime dicono – si legge nell’editoriale – che la popolazione sotto i 20 anni non tornerà mai a superare quella sopra i 60.
Una situazione paradossale è che i tassi più bassi di fertilità – si legge nell’editoriale – sono concentrati nei Paesi più religiosi d’Europa, fra cui la cattolica Italia. I tassi di natalità più alti si concentrano invece nel laico e secolare Nord d’Europa, specie in Scandinavia. E a poco sembrano essere servite le scelte del welfare: con cinque mesi di piena retribuzione e sei mesi di stipendio ridotto, ”la maternità in Italia ”è ben pagata” al confronto con gli Usa o Israele, i due Paesi industrializzati con i tassi di fertilità più alti”.