Malgrado le fondamenta solide dello stato di diritto israeliano, secondo molti osservatori gli haredim rappresentano ormai una minaccia ben reale per l’eguaglianza. Questa comunità vive in uno stato di semi-separazione rispetto al resto del Paese a causa dei privilegi che negli anni le sono stati accordati: in primis esenzione dal servizio militare e sussidi pubblici per permettere gli studi religiosi. Di bassa estrazione sociale e poco istruiti, i suoi membri dedicano la gran parte del loro tempo allo studio della Torah, in scuole gestite dalla comunità stessa.
Hanno per questo tra i più bassi livelli di istruzione del paese, spesso non lavorano (il 60% degli uomini è disoccupato) e, come si è visto, sono minacciosamente intolleranti nei confronti della modernità . Se, all’inizio della storia dello stato ebraico, gli haredim rappresentavano solo una minoranza tra le altre nel grande mosaico di Israele, negli anni le cose sono molto cambiate. Grazie ad un tasso di natalità doppio rispetto al resto del paese, gli ultraortodossi rappresentano oggi il 10% della popolazione e se prima erano confinati a certe zone del paese, oggi non c’è una città che non contenga una comunità haredim.
Qualora questo gruppo, fanatico e improduttivo, continuasse la sua crescita in numeri e peso politico, il futuro di Israele, in termini di progresso economico e di stato di diritto, potrebbe essere compromesso.
