da: Corriere della Sera
A una decina di chilometri dal grande raccordo anulare di Mosca, all’ altezza della stazione ferroviaria Vodniki (che significa «acquaparco»), c’ è un lago artificiale voluto da Stalin nel 1937 e che consente alla capitale di comunicare con il Volga e il mar Caspio. Qui si trova lo Yacht Club Spartak. Ci rechiamo sulle sue rive per un semplice motivo: in questo luogo giunsero nel 1946, trasportati in treno, come indennizzo di guerra, 5 dei 20 yacht appartenuti ai vertici del Terzo Reich.
Tra essi c’ era anche la barca che Hitler donò a Eva Braun nel 1939. Ne parliamo con il direttore dello Spartak, Valerij Shevelkov, sommergibilista sul mitico Akula (la Nato lo identificava come Typhoon), che ci mostra carte, libri e altro; nonché con il capitano Oleg Goloborodko, meglio noto da queste parti come «Admiral», che vive qui sul suo yacht da aprile a ottobre, e che è uno degli storici più informati della marina russa (ormai ha chiuso la sua ultima fatica e alza orgoglioso il manoscritto di quello che sarà «Il bacio dell’ onda»). Il piccolo yacht di Eva Braun si trova dunque allo Spartak. Si chiama ancora Eos, come allora, e presenta tutte le trasformazioni causate dal tempo. Non ha più l’ interno di mogano originale, sono state tolte le insegne naziste (anche alle altre barche). Recentemente è stato acquistato da tale Sergej, che desidera non rivelare il cognome. Prima era appartenuto all’ idraulico Nikolai Bogdanov, che lavorava in uno dei sette grattacieli di…