Egitto, finisce bene la disavventura dei 3 italiani al Cairo

IL CAIRO, 28 NOV – Sono rientrati finalmente a Roma stasera in aereo, dopo una brutta avventura che li ha trattenuti per due giorni abbondanti nelle camere di sicurezza di un commissariato di polizia del Cairo, i tre italiani fermati nella notte tra venerdi' e sabato con le accuse di incendio doloso e sabotaggio. Accuse, che a quanto si e' saputo, sono state decisamente smentite dai protagonisti, contro i quali gli agenti della sicurezza egiziana avevano raccolto deposizioni scritte di alcuni testimoni.

''Stiamo tutti bene'', e' l'unica affermazione fatta da uno di loro, Andrea De Giorgio – con lui sono due giovani dei quali e' stato rivelato solo il nome, Laura e Marco – durante un brevissimo colloquio telefonico con l'Ansa, nel quale peraltro ha escluso di poter fornire alcun dettaglio sulla vicenda, ''per ragioni di sicurezza, almeno fino a quando non saremo in Italia''.

A quanto si e' saputo da fonti dell'ambasciata italiana al Cairo, i cui funzionari hanno seguito gli sviluppi dell'episodio da venerdi' notte fino alla partenza oggi pomeriggio, i giovani – che erano in compagnia di una giornalista palestinese – hanno raccontato anche alla magistratura egiziana dalla quale sono stati interrogati di aver scattato foto e girato riprese di alcune palme che bruciavano. All'improvviso, pero', si sarebbero avvicinati loro alcuni egiziani che avrebbero cominciato a provocarli, chiedendo in tono arrogante chi erano e perche' erano li'. I tre hanno tentato di allontanarsi con un taxi ma sono stati inseguiti e bloccati poi da agenti della sicurezza, richiamati sul posto dalle persone che prima li avevano interpellati.

''Non escluderei che l'accaduto debba ricollegarsi ad un clima di diffidenza – chiarisce un italiano di origine egiziana, informato dall'episodio – che si e' sviluppato verso gli stranieri negli ultimi mesi di tensione e che fa sospettare di spionaggio qualunque straniero, magari munito di una macchina fotografica''. Nel caso dei tre connazionali, comunque, e' finita bene.

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Daniela Lauria