IL CAIRO – Hosni Mubarak sarà liberato nelle prossime ore e andrà, in regime di libertà condizionata, con tutta probabilità a Sharm El Sheik, in una delle sue residenze, in attesa dei processi a suo carico. La procura infatti non intende presentare ricorso contro la decisione di liberare l’ex presidente egiziano che quindi, di fatto, torna un uomo libero anche se non potrà lasciare il suo Paese.
Rovesciato dalla primavera araba, incarcerato e condannato all’ergastolo nel 2012 con una sentenza poi annullata dalla Cassazione, e ancora sotto processo per corruzione, malato e dato più volte in fin di vita, Hosni Mubarak torna protagonista nel Paese che pensava di poterlo dimenticare. L’ex presidente egiziano ha governato l’Egitto per 30 anni passando alla storia come ‘l’ultimo faraone’ prima di essere costretto a dimettersi dalla rivolta popolare, l’11 febbraio 2011.
Nato il 4 maggio 1928 nel villaggio di Kafr El Meselha, nel Delta del Nilo, Hosni Mubarak si diploma a 21 anni all’Accademia militare, entra in Aeronautica e ne diventa comandante in capo, svolgendo un ruolo chiave nella guerra arabo-israeliana del Kippur del 1973. Nel 1975 l’allora presidente Anwar Sadat ne fece il suo vice: in questa veste ebbe un ruolo chiave nei negoziati che portarono agli accordi di Camp David del ’79 e alla pace con Israele. L’assassinio di Sadat il 6 ottobre 1981 lo porta alla presidenza: poi viene rieletto per ben cinque mandati (l’ultimo sarebbe scaduto a settembre del 2011). Solo per l’ultima elezione, nel 2005, la prima ufficialmente multipartitica, si presenta un candidato alternativo, Ayman Nour, che ottiene il 6% dei voti (a Mubarak va l’88%).
Presidente anche del Partito nazionale democratico, Mubarak ha mantenuto il potere in modo ferreo con leggi di emergenza, potenziando polizia e servizi segreti. Negli anni ’90 ha stroncato la lotta scatenata a suon di attentati da gruppi integralisti islamici e ha incarcerato centinaia di esponenti dei Fratelli musulmani, anche se la potente confraternita e’ stata tollerata. I suoi apparati di sicurezza sono stati ripetutamente accusati di ricorrere alla tortura. L’Egitto e’ stato anche coinvolto nelle ‘extraordinary rendition’, i sequestri illegali di presunti terroristi compiuti dalla Cia in Paesi stranieri. Mubarak e’ sfuggito almeno a cinque attentati: l’ultimo nel 2005 ad Addis Abeba. In politica estera, l’ex presidente e’ riuscito a riportare nel 1989 l’Egitto nella Lega araba, da dove era stato escluso dopo la pace con Israele, e ha tenuto il Paese saldamente ancorato all’Occidente, facendone un alleato-chiave degli Stati Uniti, grazie al ruolo svolto nel processo di pace mediorientale e al deciso contrasto della montante marea dell’integralismo. Nella prima Guerra del Golfo (1991), ha schierato l’Egitto nella coalizione formata dagli Usa contro l’Iraq di Saddam Hussein. Sposato con Suzanne Saleh Sabet, Mubarak ha due figli: Alaa, uomo d’affari, e Gamal, che era considerato il suo possibile successore. Caduto il regime l’11 febbraio 2011, il detenuto Mubarak è stato piu’ volte ricoverato in ospedale, poi di nuovo trasferito nel carcere di Tora, di cui varcherà di nuovo la soglia.