IL CAIRO – Nell’Egitto sconvolto dalle violenze e dagli scontri è arrivato oggi, 4 febbraio, quello che il Nobel Mohammed El Baradei ha definito il “giorno della partenza”: scade oggi infatti l’ultimatum al rais Hosni Muibarak, che ieri, in un’intervista alla Abc, aveva detto di avere tutt’altre intenzioni che lasciare. Due milioni di cittadini si sono riversati nelle strade del Cairo, un milione ad Alessandria.
Nella capitale la preghiera sulla grande piazza Tahrir è stata seguita da migliaia di persone nell’undicesima giornata di proteste di piazza. Nel sermone è stata sottolineato che la protesta è “nazionale”. Nelle prediche nelle moschee gli imam hanno lanciato appelli alla calma ai manifestanti. Anche ad Alessandria migliaia di persone sono andate nelle strade e nelle piazze dopo avere partecipato alla preghiera del venerdì e al momento la situazione sembra calma.
Uno scambio di colpi di arma da fuoco è stato udito a nord di piazza Tahrir al Cairo, dove sono radunati i manifestanti anti-governativi. Lo riferiscono Al Jazira e Sky News. Mezzi dell’Esercito si sono mossi verso il luogo presunto della sparatoria. L’Esercito ha arrestato alcuni dimostranti pro-Mubarak a poca distanza da piazza Tahrir al Cairo. Lo riferisce Al Jazira senza fornire ulteriori dettagli.
Non ci sono grandi reazioni politiche al discorso di Hosni Mubarak, intervistato ieri dalla televisione Usa Abc, alla quale ha detto di volere andarsene ma di non poterlo fare per evitare il caos al paese. In un comunicato i Fratelli musulmani hanno detto di non puntare alla presidenza del paese e di volere una regime democratico e civile. Il governo si è impegnato a garantire che le manifestazioni possano avvenire in maniera pacifica.
Il ministro della Difesa Mohammed Hussein Tantawi si è recato personalmente nella piazza questa mattina per verificare le misure di sicurezza. L’esercito la sta presidiando, per evitare che bande di violenti possano entrare creando gli scontri violenti di due giorni fa. Continuano le limitazioni ai movimenti dei giornalisti ai quali viene impedito di accedere alla piazza ma, a quanto pare, senza le aggressioni fisiche dei giorni scorsi. Due inviati italiani sono stati fermati, i loro documenti sono stati controllati e dopo momenti di paura sono stati rilasciati.
Tra le centinaia di migliaia di manifestanti in piazza Tahrir c’era anche il segretario generale della Lega Araba Amr Mussa, per la rpima volta dall’inizio delle proteste.
Due ore prima della preghiera del venerdì, conclusasi poco prima di mezzogiorno, l’esercito ha stabilito presidi in grandi alberghi che circondano piazza Tahrir, come il Semiramis Intercontinental, la cui direzione ha comunicato ai propri clienti di non uscire dalle rispettive camere, di non avvicinarsi alle finestre e di non uscire sui balconi. Lo ha riferito all’ANSA l’inviato del Sole 24 Ore al Cairo Alberto Negri, che si trova in quell’albergo.
Contemporaneamente il servizio di controllo a tutti gli accessi della piazza era stato rinforzato dai militari ed in particolare nei pressi della Lega Araba erano stati installati cavalli di frisia e file ripetute di filo spinato. In mattinata il ministro della difesa, Mohamed Hussein Tantaui, che aveva fatto un sopralluogo nella piazza per controllare la predisposizione di sistemi di protezione dei manifestanti aveva dichiarato ai giornalisti che ”tutto è tranquillo”.
Secondo Negri qualsiasi giornalista straniero che si avvicina alla piazza Tahrir rischia di essere fermato ed allontanato, mentre altri che circolano in zone più distanti sono stati fermati per identificarli e poi rilasciati. Sembra anche che qualcuno di essi sia stato arrestato, ma per ora non si hanno conferme. I militari hanno anche creato nuovi posti di blocco: uno all’imbocco del Ponte dei Leoni (Kasr el Nil), nella piazza antistante l’Opera del Cairo, dove si è posizionato un carro armato.
Sempre oggi, ma ad Alessandria, decine di migliaia di persone si sono radunate in centro per protestare contro il governo. Durante la preghiera, riferisce Al Jazira, i cristiani hanno creato una catena umana per proteggere i musulmani da eventuali provocazioni
La repressione contro i giornalisti. Intanto continua la mano dura della polizia contro i giornalisti, egiziani e stranieri. Due cronisti italiani, Michele Giorgio del Manifesto e Giovanni Porzio di Panorama, sono stati arrestati in Egitto e rilasciati dopo essere stati interrogati.
L’ufficio di Al Jazira al Cairo è stato nuovamente preso d’assalto da uomini sconosciuti, che hanno devastato la sede. Lo riferisce la stessa emittente araba, finita nel mirino per la sua copertura delle dimostrazioni anti-governative in Egitto.
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