Egitto, l’imprenditore Naguib Sawiris: “Con i Fratelli Musulmani una dittatura”

ROMA – Naguib Sawiris è un magna­te delle telecomunicazioni egi­ziano e racconta al Giornale la situazione del suo paese. Cristiano copto, per un certo periodo ha guidato anche Wind Italia:

Lei è egiziano. Cosa pensa della caotica situazione nel suo Paese?

«Il popolo egiziano è sceso in piazza con milioni di persone, pacificamente e senza una sola vittima, per liberarsi di una ditta­tura religiosa fascista. Dall’altra parte i raduni dei Fratelli musul­mani non erano dello stesso te­nore. Nascondevano armi, ci so­no stati dei casi di torture (di so­spetti informatori della polizia ­nda) e hanno usato bambini co­me scudi umani. Non poteva an­dare avanti così. Dopo l’inter­vento delle forze di sicurezza ogni giorno che passa la violen­za sta diminuendo. L’Egitto è ben più tranquillo di prima».

Secondo lei la maggioranza degli egiziani appoggia i milita­ri o la Fratellanza islamica?

«I 20-30 milioni di egiziani sce­si in piazza erano tutti contro i Fratelli musulmani. È chiaro che la maggioranza della popo­la­zione si oppone alla Fratellan­za e alle loro attività terroristi­che. Per la prima volta i Fratelli devono subire l’avversione del ‘popolo’, come mai era accadu­to prima. In passato erano stati repressi sotto Nasser, Sadat e Mubarak. Oggi è il popolo egizia­no che vuole sbatterli fuori. Solo i Fratelli musulmani, che conta­no sul 5- 10% della popolazione, si oppongono ai militari. Anche i salafiti, un altro gruppo islami­co, si sono schierati con l’eserci­to ».

Circa un migliaio di persone sono state uccise dal 14 agosto durante le proteste dei Fratelli musulmani, in gran parte dal­le forze di sicurezza. Cosa pen­sa di questo bagno di sangue?

«Mi dispiace molto per qualsi­asi goccia di sangue egiziano ver­sata. Comunque non possiamo imputare alle forze di sicurezza di aver risposto al fuoco che arri­vava dalla parte dei dimostran­ti. Un centinaio di agenti sono stati uccisi. Se i raduni fossero stati pacifici non sarebbe acca­duto ».

Lei è copto. I cristiani in Egit­to sono minacciati?

«Gli estremisti e i loro seguaci sono dei codardi che bruciano i simboli e le attività dei cristiani. Sessantaquattro chiese ed istitu­zioni cristia­ne sono state date al­le fiamme in soli tre giorni, com­presi due luoghi di culto del III e IV secolo. Per non parlare dei ne­gozi di cristiani attaccati».

Migliaia di italiani vanno in vacanza in Egitto. Il turismo e l’economia in generale sono a rischio?

«Momentaneamente sì, ma spero che con l’inizio della sta­gione invernale pace e stabilità saranno ristabiliti e potremmo riaccogliere tranquillamente i turisti».

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Elisa D'Alto