IL CAIRO – E' calma la situazione a piazza Tahrir al Cairo e nelle adiacenze del ministero dell'Interno dopo gli scontri di questa mattina. Un mezzo blindato dell'esercito blocca l'accesso alla strada che porta al ministero, mentre centinaia di persone formano capannelli in piazza.
A loro si sono uniti tre candidati alle presidenziali: Hamidine Sabahi, del partito di centro Karama, l'ex giornalista televisivo Bossayana Kamell e Abdel Moneim Aboul Foutouhm, espulso dai Fratelli musulmani per la decisione di correre per le presidenziali.
Quest'ultimo ha chiesto le dimissioni del ministro dell'Interno Mansour el Essawi per non avere garantito la sicurezza, per non avere tenuto a bada i teppisti e per avere usato una violenza ''spropositata'' contro le famiglie dei 'martiri', riunite ieri sera in un teatro al Cairo.
Un altro candidato alla presidenza, Mohamed el Baradei, ex capo dell'Aiea (Agenzia atomica internazionale) ha denunciato su twitter le ''' violenze contro i manifestanti'' mentre il movimento 6 aprile, fra i primi promotori della rivoluzione anti-Mubarak, ha fatto appello, sulla sua pagina Facebook, ad un sit in permanente per protestare contro l'uso eccessivo della forza da parte della polizia.
Wael Ghonein, cyberattivista che e' stato uno dei protagonisti della rivolta di gennaio, ha ricordato sulla sua pagina Facebook che domani e' atteso il verdetto nel processo per la morte di Khaled Said, il giovane di Alessandria pestato a morte un anno fa dalla polizia e la cui figura ha ispirato la rivoluzione di gennaio.