L’El Dorado è stato finalmente scoperto. La mitica città d’oro è venuta alla luce nella foresta amazzonica, al confine tra Brasile e Bolivia.
L’insediamento è stato individuato grazie a nuove immagini satellitari e a fotografie aeree di zone disboscate per far posto ai pascoli. A darne notizia è stata la rivista britannica Antiquity.
Secondo quanto riportato dalla rivista, si tratta di oltre 200 strutture circolari e poligonali, disposte in una precisa rete geometrica: il complesso si estende per una lunghezza di oltre 250 chilometri. Alcuni scienziati hanno mappato la rete di muri e trincee che collegano gli edifici: secondo loro l’area scoperta finora potrebbe essere soltanto un decimo di quanto fu costruito da una complessa e finora sconosciuta civiltà precolombiana.
Alcune delle strutture risalgono al 200 d.C., altre al 1283 e gli studiosi credono che potrebbero esserci ancora circa 2.000 edifici nascosti sotto la fitta giungla.
Secondo alcuni antropologi, la costruzione di una rete così estesa, sofisticata dal punto di vista ingegneristico e ricca di canali e di strade, sarebbe paragonabile in quanto a scala e difficoltà a quella delle piramidi in Egitto.
Molte delle strutture rinvenute sono simmetriche e inclinate verso il nord: questa disposizione ha portato gli esperti a supporre che avessero un significato astronomico.
La scoperta della città perduta contraddice quanto sostenuto fino ad ora, ovvero che queste terre siano state abitate soltanto da tribù primitive. I conquistadores che raccontarono di aver trovato «città risplendenti di bianco» nascoste nella giungla forse quindi avevano detto la verità.
