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Ex ministro del Kazakistan condannato a 24 anni di carcere: ha torturato e ucciso la moglie

Un ex ministro dell’Economia del Kazakistan, Kuandyk Bishimbayev, è stato condannato a 24 anni di carcere per aver ucciso sua moglie al termine di un processo molto seguito che alcuni hanno visto come una cartina di tornasole della promessa del presidente di rafforzare i diritti delle donne.
Kuandyk Bishimbayev, 44 anni, è stato giudicato colpevole di tortura e omicidio.
Il processo, riporta Tamara Vaal da Astana per Reuters, trasmesso in diretta nelle ultime sette settimane, è stato ampiamente considerato come un tentativo da parte delle autorità di inviare il messaggio che i membri dell’élite non sono più al di sopra della legge.

Le riprese della CCTV riprodotte durante il processo mostravano Bishimbayev che prendeva ripetutamente a pugni e calci sua moglie, la 31enne Saltanat Nukenova, e la trascinava per i capelli, quasi nuda, in una stanza dove poi morì.

Sono stati trovati anche video sul cellulare di Bishimbayev in cui insultava e umiliava Nukenova visibilmente ferita e insanguinata nelle ultime ore prima che perdesse conoscenza la mattina del 9 novembre 2023.

Il presidente Kassym-Jomart Tokayev, che cinque anni fa ha sostituito il veterano leader kazako Nursultan Nazarbayev, ha affermato di voler costruire una società più giusta che includa maggiori diritti per le donne.
Il caso ha contribuito a raccogliere il sostegno pubblico a favore di una legge che criminalizza la violenza domestica, approvata dal parlamento il mese scorso. I dati del governo mostrano che in Kazakistan una donna su sei ha subito violenza da parte di un partner maschile.
Durante il processo, Bishimbayev ha ammesso di aver picchiato la moglie, ma ha detto che alcune delle sue ferite erano autoinflitte. Ha negato di averla torturata o di aver pianificato di ucciderla.
Ha servito come ministro dell’economia della nazione ricca di petrolio da maggio a dicembre 2016. È stato giudicato colpevole di corruzione nel 2018 e condannato a 10 anni di prigione, ma è uscito libero dopo meno di tre anni grazie a un’amnistia e alla libertà condizionale.

 

Published by
Marco Benedetto