Facebook e Twitter spiati dalla Cia: “umori” delle piazze controllati

ROMA – I social network sono finiti nel mirino della Cia. Da Facebook a Twitter l’occhio dei servizi segreti degli Stati uniti vigila ogni giorno su milioni di messaggi. A Mclean, in Virginia, esperti di tutte le lingue del mondo analizzano il flusso dei messaggi per capire l’umore dei giovani e individuare eventuali rivolte. Solo su Twitter i “cinguettii” da analizzare sono oltre 5 milioni. Doug Niquin, direttore del centro Open Source Center, spiega che anche un piccolo commento contestualizzato in una data zona può avere ripercussioni globali.

L’idea di seguire i cinguettii del web alla Cia è venuta dopo le proteste studentesche del 2009 in Iran, che hanno permesso la sopravvivenza dei movimenti studenteschi dopo la dura repressione dei mullah. E’ infatti internet il canale scelto dai giovani per far sopravvivere le proteste altrimenti represse. Non solo controllore dei focolai di rivolta, l’Open Source valuta anche l’immagine che gli stranieri hanno degli Stati Uniti ed i commenti sulle scelte del governo americano. Un esempio è l’uccisione di Osama Bin Laden, che suscitò reazioni negative subito colte dagli analisti dell’agenzia.

Il controllo degli analisti sui social network presenta però dei limiti: sebbene l’aria di rivolta in Tunisia ed Egitto era chiara, la cacciata dei presidenti Ben Ali e Hosni Mubarack è arrivata molto più velocemente di quanto Leon Panetta, l’allora capo della Cia, potesse pensare. Il problema sarebbe emerso anche dalla difficoltà di analizzare i troppi dati da seguire tra i milioni e milioni di messaggi e pensieri affidati a Twitter, Facebook, Youtube e affini.

 

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