Mario Sepúlveda è stato il secondo a risalire. Nel profondo della terra il 40enne minatore di città – ha casa nella periferia di Santiago – con la sua allegria e una innata capacità di mantenere alto il morale della truppa è stato un vero numero uno. Lo si era capito vedendo i primi drammatici video dal sottosuolo. Per questo motivo, all’accampamento Esperanza era stato soprannominato il «reportero», e i parenti ne andavano fieri.
Lo show all’arrivo nella capsula è stato divertente. Ipresenti hanno iniziato a ridere appena lo hanno visto apparire, e la moglie Elvira si teneva le mani sul volto, emozionata ma indecisa se piangere o iniziare a sghignazzare. Mario l’ha abbracciata appena uscito dalla Fénix, ma solo per un paio di secondi. doveva iniziare lo spettacolo.
Si è piegato su un borsone giallo che aveva con sé e iniziato a tirare fuori sassi, distribuendoli ai presenti: “Ecco i miei regali, ricordini da laggiù per tutti voi”. Uno per ciascuno, compreso per il presidente Piñera, il quale non riusciva a smettere di ridere. Quando è arrivato il momento di salutare la first lady del Cile, Cecilia Morel, Sepúlveda si è tolto il casco con un lieve ed elegante inchino e l’ha abbracciata: “Señora, encantado. Cosa vuole che le dica?”.
Il ministro delle miniere Laurence Golborne ha ricevuto il saluto più caloroso: “Bel colpo, capo!”. Poi SuperMario, come è stato simpaticamente ribattezzato, si è lanciato verso le transenne, gridando e abbracciando tutti i tecnici presenti, e innescando grida di giubilo.
Sepúlveda è un minatore stimato, di cultura superiore alla media e buona preparazione sindacale. È stata la moglie a riferire per prima dopo il crollo che giorni prima l’aveva visto preoccupato per le condizioni della miniera. Ieri ha accettato per primo di rispondere alle domande della tv cilena, precisando che i 33 non intendono essere trattati come personaggi dello spettacolo: “Io sono e resto Mario Antonio Sepúlveda, lavoratore, minatore”. Poi ha parlato a lungo dell’esperienza sotto terra, con immagini suggestive. “Stavo con Dio e con il demonio. Entrambi hanno lottato per avermi ma ha prevalso Dio. In nessun momento ho dubitato che lui mi avrebbe tirato fuori”.
Già nelle settimane scorse, aveva denunciato le condizioni di scarsa sicurezza nella quale i minatori della San José erano costretti a lavorare, la mancanza di scale di sicurezza che ha provocato la tragedia. Ieri ha ripreso il tema con un appello ai governanti.”È arrivato il momento di cambiare, questo Paese deve capire che sono necessarie cambiamenti importanti. Noi minatori – ha aggiunto – non siamo più i derelitti di cento o duecento anni fa, siamo persone istruite e competenti con le quali si deve parlare”.
Il video con lo “show” di Sepúlveda: