ROMA – Medio Oriente infiammato nel giorno di Ferragosto, decine di persone (ma il bilancio รจ impossibile) sono morte nelle stesse ore in Iraq e in Siria. La mattinata si รจ aperta con l’esercito di Damasco che, con l’appoggio di carri armati, รจ entrato nella cittร di Homs, dove subito รจ stato segnalato fuoco intenso.
Nella cittadina di Hula, alle porte di Homs, i testimoni hanno parlato di spari intensi: ”La localitร di Hula รจ assediata. (…) L’esercito procede a perquisizioni e arresti sotto la copertura di un fuoco intenso”, ha dichiarato in un comunicato l’Ong d’opposizione Osservatorio siriano sui diritti umani. Un’altra Ong siriana parla di ”un gran numero di carri armati a Hula questa mattina” e di ”fuoco di mitragliatrici”.
Un attacco iniziato in contemporanea anche sulla cittร costiera di Latakia, dove ”si spara su qualunque cosa si muova”, come ha affermato un testimone residente contattato dalla Bbc, mentre fonti dell’ opposizione dicono che il bombardamento di Latakia da terra e da mare – ieri sono intervenute unitร della marina siriana con i loro cannoni – si intensifica e che almeno 27 persone sono morte mentre cercavano di fuggire dal quartiere di Ramel.
Un abitante di Ramel, citato da Bbc ha dichiarato: ”Veniamo bersagliati da terra e da mare. Il fuoco รจ intenso. Non possiamo uscire”, mentre esercito e forze di sicurezza ”attaccano e irrompono nelle abitazioni.
Cecchini sui tetti, plotoni di esecuzioni puntati sui cortei di manifestanti, carri armati, artiglieria e, ora, anche le navi da guerra: il regime di Damasco ha calato da ieri la carta della marina militare nel tentativo di reprimere le proteste in corso da cinque mesi. Quartieri sunniti di Latakia, che รจ il principale porto del Paese e capoluogo della regione a maggioranza alawita (branca dello sciismo) a cui appartengono anche la famiglia presidenziale e i clan ad essa alleati al potere da 41 anni, sono stati raggiunti da colpi di cannone sparati da almeno tre navi da guerra, per la prima volta impiegate direttamente nella repressione dopo che a maggio alcuni pattugliatori erano stati schierati a largo di Banias, a nord del confine col Libano.
Ammar Qurabi, presidente dell’Organizzazione nazionale per i diritti umani, ha fatto sapere all’Ansa che i morti a Latakia sono stati almeno 26 mentre altre fonti del dissenso avevano parlato di 19 vittime. La tv di Stato siriana ha riferito che le operazioni congiunte esercito-marina sono state effettuate in seguito agli atti di terrorismo commessi da bande armate in alcune zone di Latakia. I ”terroristi”, afferma la tv, hanno ucciso quattro agenti, e ne hanno feriti altri 41. Negli scontri – prosegue l’emittente – sono morti anche quattro “miliziani” non identificati.
Numerosi video amatoriali pubblicati su YouTube mostrano in maniera evidente le tre imbarcazioni da guerra sulla linea dell’orizzonte di fronte alla costa di Latakia, il cui centro storico รจ abitato da sunniti, mentre i quartieri moderni sono da decenni dominati dagli alawiti originari delle montagne circostanti. In altri video, in cui sono riconoscibili i rioni di Latakia, si sentono boati di colpi di arma da fuoco e dei bombardamenti.
L’ondata di morte ha colpito nelle stesse ore anche l’Iraq. Almeno 33 persone sono morte nell’esplosione di due bombe nella citt di Kut, a circa 160 km a sud-est di Baghdad.
”Finora abbiamo ricevuto 33 cadaveri e stiamo curando 52 feriti”, ha dichiarato un medico dell’ ospedale Al-Zahra di Kut. Fra le vittime figurano anche donne e bambini. Le due esplosioni, dice la polizia irachena, sono avvenute verso le 08:00 locali (le 07:00 italiane) in una zona affollata di Kut, cittร di circa 400.000 abitanti.
