Evacuare quasi 50.000 persone entro 72 ore. Questo l’ordine delle autorità filippine dopo che l’Istituto di vulcanologia e sismologia ha dichiarato il livello 3 di allerta per il vulcano Mayon, che ha iniziato a eruttare lava e ceneri da ieri sera 15 dicembre.
«Qualsiasi cosa avvenga, il nostro obiettivo è che non ci siano vittime» ha dichiarato il governatore della provincia di Albay, Joey Salceda. La situazione, infatti, potrebbe peggiorare nei prossimi giorni, come previsto da Renato Solidum, capo dell’istituto filippino di vulcanologia e sismologia. In pericolo i residenti di 45 città in un raggio di 6 chilometri intorno al Mayon, compresi Legazpi, Ligao, Tabaco, Daraga, Camalig, Guinobatan, Malilipot e Santo Domingo.
Le Filippine si trovano nel cosiddetto anello di fuoco, un arco di linee di faglia cerchio nel bacino del Pacifico, che è soggetta a frequenti terremoti ed eruzioni vulcaniche. L’eruzione più violenta Mayon, nel 1814, ha ucciso oltre 1.200 persone e devastato molte città. La sua ultima grande eruzione risale al 1993 con 79 morti.
