“La nave era piena di sangue. Ho visto persone ferite, qualcuno in maniera leggera, alcuni più gravi. Ho visto in lontananza mio marito e mi ĆØ sembrato che stesse bene. Gli uomini dell’equipaggio non sono stati feriti perchĆ© i soldati (israeliani) avevano bisogno di loro per portare la nave in porto”.
E’ il racconto di una donna turca che viaggiava a bordo del traghetto “Mavi Marmara”, assaltato lunedƬ dalla Marina israeliana mentre era in viaggio verso la Striscia di Gaza. Nilufer Cetin viaggiava con suo figlio di un anno e ha detto che “pur se avessi saputo tutto ciò che ĆØ accaduto, sarei andata ugualmente”. Ed ha affermato che ĆØ pronta a ripartire a bordo di un’altra nave per portare aiuti ai palestinesi.
“Con mio figlio siamo rimasti in cabina a giocare mentre fuori si sentivano gli spari… Ma non ho avuto paura. Non avevo bisogno di proteggere mio figlio. Tutti sapevano che c’era un bambino a bordo. L’ho protetto restando in cabina. Le tendine degli oblò erano chiuse e cosƬ non si vedeva quello che succedeva sul ponte. Si udivano solo gli spari e le voci. Poi io ho messo una maschera anti-gas e gli ho fatto indossare un giubbetto salvagente”.
“Mi hanno lasciata libera – ha concluso – perchĆ© avevo il bambino, ma hanno sequestrato tutti i nostri oggetti, compresi i telefoni cellulari e i computer portatili”.
