Ci sono persone, nella striscia di Gaza, che non hanno da mangiare e che, per avere diritto a un po’ di cibo devono sopportare ora in fila ai centri di razionamento. Persone che vedono in Israele il nemico e in Hamas la loro salvezza. Persone, queste, che però non sanno che proprio Hamas, per festeggiare il suo ventiduesimo anniversario (neppure una cifra tonda, semplicemente un compleanno come tanti), ha speso quasi un milione e mezzo di euro.
Una cifra che fa indignare le Ong presenti sul posto: «Una cifra – tuona un capomissione presente sul posto – che da sola basterebbe a mantenere 100 mila persone per un mese». Anche perchè Hamas si erge a paladina delle masse in miseria che, nei fatti, dipendono interamente dal soccorso internazionale.
La maxi festa è durata cinque giorni, con in piazza soprattutto le persone che vivono nei campi profughi. La maggioranza dei quali obbligati a partecipare, pena l’esclusione dai coupon che danno diritto agli aiuti umanitari. Per Hamas, che nei territori occupati gode ancora di un consenso attorno al 38%, però, pullman, striscioni bandiere e coreografie erano evidentemente più importanti. A fine celebrazioni, poi, anche un annuncio: «La lotta continua». A suon di sprechi.