Gran Bretagna, giallo sulla morte del ricercatore Kelly. Un ex 007 russo: “E’ stato ucciso”

David Kelly

Potrebbe essere stato un omicidio e non un suicidio, a porre fine alla vita di David Kelly, il ricercatore britannico, morto nel 2003, che rivelò alla Bbc che un dossier del governo britannico sull’esistenza delle armi di distruzione di massa in Iraq era stato alterato per accentuarne la minaccia. Lo sostiene un ex agente del KGB russo, ora a Londra, il quale ha fornito le prove a dimostrazione della sua teoria all’attorney general, il principale consulente legale del governo britannico.

Secondo quanto riferisce il Daily Mail, l’ex spia russa Boris Karpichkov ha detto di aver avuto l’informazione da un agente dei servizi segreti britannici MI5, Peter Everett, che a sua volta ha confermato di aver incontrato Karpichkov e aver parlato della morte di Kelly, ma non di aver riferito al russo tali informazioni.

Ma secondo l’ex spia del KGB, Everett fece intendere che furono gli stessi agenti segreti britannici a ‘zittire’ Kelly prima che questi potesse ‘imbarazzare’ il governo britannico. Il ricercatore andava ”sterminato”, disse Everett, per il suo ”comportamento sconsiderato”. ”Quando gli chiesi chi c’era dietro la morte di Kelly – ha detto Karpichkov – Everett mi rispose in modo indiretto, dicendo che era l’azienda concorrente. Pensai si trattasse dell’MI6”.

Alla morte di Kelly nel 2003 seguì un’indagine che fu diretta da Lord Hutton e che determinò che la morte del ricercatore fu un suicidio. Ma numerosi dubbi e interrogativi restano e diversi membri del nuovo governo hanno già chiesto che venga aperta una nuova inchiesta indipendente per chiarire la vicenda. Un portavoce dell’attorney general Dominic Grieve ha confermato ieri al Mail che si sta valutando il contenuto del ‘dossier’ inviato dall’agente russo.

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Maria Elena Perrero