LONDRA, GRAN BRETAGNA – Quando tutto sembrava andare liscio per il matrimonio di venerdi tra il principe William e Kate Middleton, l’atmosfera si è guastata per ecriminazioni seguite alla pubblicazione della lista dei 1900 invitati che assisteranno alle nozze nell’abbazia di Westminster.
Le polemiche si sono diffuse non tanto per i presenti nella lista, quanto per gli assenti, tra cui spiccanno due ex-primi ministri laburisti: Tony Blair e Gordon Brown.
Dignitari di Buckingham Palace si sono affrettati a dire ai media britannici che non c’è stato alcun affronto nè l’intenzione di snobbare i due premier, ma solo una questione di spazio nell’abbazia. Può anche darsi che sia così, ma è generalmente risaputo che nè Blair, nè Brown sono mai andati molto d’accordo con la regina Elisabetta e il suo entourage.
Gli esperti di affari della casa reale, esaminata la lista degli invitati al microscopio e constate le assenze, hanno azzardato che alcune di esse vanno ricondotte all’amarezza ed all’acredine causate dal divorzio di Diana dal principe Carlo. Ma anche in questo caso i dignitari palazzo hanno detto che si tratta di fantasticherie. Le loro smentite non hanno però impedito al quotidiano Daily Mail di scrivere nella sua pagina degli editoriali che ”molte persone sono state meschinamente snobbate”.
Si dice che sia stata Camilla in persona, la moglie del principe Carlo, a depennare con una matita rossa gli indesiderati dalla lista. E in proposito si fa l’esempio di Lady Annabel Goldsmith e Rosa Mockton, che offrirono a Diana le loro residenze perchè vi si potesse rifugiare dopo lo scalpore e la caccia senza quartiere dei paparazzi seguiti al divorzio da Carlo. Svariati giornali hanno scritto che le due donne sono rimaste esterreffate dall’esclusione.
Ha altresì suscitato stupore ed indignazione il fatto che nell’abbazia sia stato invitato un manipolo di despoti e tiranni di cui i loro popoli farebbero volentieri a meno. Un invitato contestato dalle organizzazioni per i diritti umani è il principe Abdulaziz dell’Arabia Saudita, il tipo di Paese in cui – come osserva il Guardian, Elton John, che è tra gli invitati, finirebbe in carcere per omosessualità.
Un altro è il re Mswati III dello Swaziland, ultimo monarca assoluto dell’Africa, sovrano di un Paese in cui partiti politici e sindacati sono al bando, il 70 per cento della popolazione vive sotto la soglia della povertà, un quarto degli adulti sono malati di Aids, mentre il re ha una fortuna di 100 milioni di euro e tredici mogli, a cui ne aggiunge una all’anno scegliendola tra centinaia di vergini a seno scoperto.
E poi ci sono gli ambasciatori della Corea del Nord, dell’Iran, dello Zimbabwe. Solo a quello della Libia è stato revocato l’invito, dopo che in pratica il Regno Unito è sceso in guerra contro il colonnello Gheddafi.
Ma quelli che hanno attratto maggior attenzione tra la schiera dei non invitati sono Blair e Brown. Quando il principe Carlo sposò Diana nel 1981, erano presenti cinque ex-primi ministri, sia conservatori che laburisti. Questa volta ci saranno solo conservatori, tra cui l’attuale premier David Cameron e John Major, capo del governo dal 1990 al 1997. Un altro ex-premier conservatore, Margaret Thatcher, ha declinato l’invito per ragioni di salute.
I critici delle esclusioni sono tanto più severi confrontandoli con gli inviti. Questi includono il calciatore David Beckham con la moglie Victoria; il regista ex-marito di Madonna Guy Ritchie, Elton John con il suo compagno David Furnish. Nella lista sono inclusi anche il macellaio, il postino, il locandiere e il barman del villaggio nella contea del Berkshire dove abitano i genitori della sposa.
