Genocidio armeno: cos’è, quando è successo. Il Dipartimento di stato americano ha confermato che oggi l’amministrazione Biden farà un annuncio definendo l’eccidio degli armeni nel 1915 da parte della Turchia come un “genocidio” .
Joe Biden, che nelle ultime ore ha anche sentito al telefono il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, è il primo presidente Usa a compiere un passo del genere.
Genocidio armeno: cos’è. Oggi l’annuncio di Biden
Almeno una trentina di Paesi ha fatto passi analoghi (non l’Italia). La mossa è destinata a infiammare le tensioni con la Turchia, alleato Nato, ma Biden ha anteposto il suo impegno verso i diritti umani. Oggi, 24 aprile, è il giorno consacrato alla memoria di quegli eventi.
Genocidio armeno, quando è successo, perché
Le deportazioni e le eliminazioni degli armeni furono perpetrate dall’Impero ottomano tra il 1915 e il 1916, e causarono circa 1,5 milioni di morti. Nella stima degli storici, perirono i due terzi degli armeni dell’Impero ottomano.
Secondo le autorità turche, che non riconoscono la definizione di genocidio, le vittime sono comprese tra 250.000 e 500.000. Chi non si allinea alla lettura ufficiale, in Turchia va in galera. Secondo Ankara si trattò di repressione contro una popolazione che collaborava con la Russia zarista durante la prima guerra mondiale.
1,5 milioni di morti: erano considerati nemici interni filo russi
Il Papa lo ha definito il primo genocidio moderno, con Erdogan che gli ha ingiunto minaccioso al pontefice di non ripetere una seconda volta l’errore.
Indeboliti dalla sconfitta nella guerra dei Balcani, nel febbraio 1914 gli ottomani, su pressione dei paesi occidentali, si impegnarono ad avviare riforme per tutelare le minoranze etniche e religiose
Ma, nell’ottobre dello stesso anno, entrarono nella prima guerra mondiale, a fianco della Germania e dell’impero austro-ungarico. Poche settimane dopo gli arresti di massa dei leader armeni, nel maggio 1915 una legge speciale autorizzo’ le deportazioni ‘‘per motivi di sicurezza interna” di tutti i ”gruppi sospetti”.
La deportazione degli armeni verso i deserti della Mesopotamia
Sulla popolazione armena di Anatolia e di Cilicia, si riversò lo stigma politico del tradimento, ”il nemico interno’. Cominciarono allora le deportazioni verso i deserti della Mesopotamia. Durante l’esodo forzato molti morirono di stenti e malattie. Guerrieri curdi al servizio degli ottomani completarono il lavoro.
Altri morirono nei campi dove furono confinati. Altri riuscirono a fuggire in Occidente. L’operazione di ‘pulizia etnica’ aveva un doppio obiettivo. Occupare le terre appartenenti agli armeni, situate tra la Turchia e il Caucaso.
E togliere alla minoranza cristiana qualsiasi illusione su eventuali riforme. Nel 1920, dopo la dura sconfitta nella prima guerra mondiale, l’impero ottomano fu smantellato. Nel maggio 1918 era stato istituito uno Stato armeno, inglobato nell’Unione Sovietica.