ROMA – “Abbiamo un problema. Un aereo è appena scomparso dal radar, esattamente dove si trova lei. Ha potuto vedere qualcosa?” questo il messaggio radio inviato dalla torre di controllo dell’aeroporto di Marsiglia a Gérard Monchablon, un pilota che la mattina del 24 marzo, la mattina dello schianto dell’Airbus della GermanWings, stava volando con il suo aereo biposto privato nella stessa aerea, a Barcenolette.
Dopo il messaggio Gérard Monchablon è tornato indietro sorvolando proprio il luogo della caduta dell’Airbus Germanwings A320. “La prima cosa che ho fatto – spiega Gerard – è stato provare a cercare una colonna di fumo, ma non c’era nulla di tutto ciò”. La posizione di Gérard Monchablon, circa 3mila metri d’altezza, era infatti troppo alta per vedere i detriti. “Sono scioccato – ha raccontato il pilota alla Bild – l’aereo era praticamente dietro di me qualche secondo prima che Andreas Lubitz lo facesse precipitare”.
Un incidente totalmente incomprensibile spiega Gerard: “Non riesco proprio a spiegarmi come possa essere accaduto. Non è certo stata una depressurizzazione e anche se il pilota avesse perso conoscenza l’aereo non sarebbe precipitato, avrebbe continuato a volare con il pilota automatico”. Gerard aggiunge: “l’altezza a cui stava volando l’aereo è inspiegabile, bisogna rimanere ad almeno 3 volte l’altezza minima”.