TRIPOLI – Rivuole la sua Libia il colonnello Muammar Gheddafi, dopo vari messaggi spauracchio, è passato ai fatti concreti. Ha deciso di rompere con l’Eni, da anni partner commerciale di Tripoli.
Rivuole il petrolio, suggerisce Giampiero Gramaglia dalle colonne del Fatto quotidiano, il rais vuole riprendere potere e dimostrare alla Nato e in primis ai francesi che non si fa scalzare così.
“L’ordine impartito ai suoi in un messaggio audio alla tv libica di “marciare su Bengasi” per “liberarla dai traditori” non ha nulla di conciliante. Insieme alla rottura con l’Eni, è la risposta del dittatore all’illusione francese di una ‘pace del 14 luglio’ e pure all’insistenza dei ribelli nel negare ogni soluzione politica, se lui resta al suo posto e in Libia”, scrive Gramaglia.
Quale sarà dunque la soluzione da adottare con Tripoli. Di certo i morti civili non si possono ignorare, anche se sui numeri non si ha nessuna certezza.
“Ue e Nato, reduci da contatti al vertice con gli insorti, ribadiscono il sostegno a una “soluzione politica”, che però presuppone – insiste Washington – l’uscita di scena di Gheddafi, che “ha i giorni contati” – il ritornello stavolta lo canta il segretario di Stato Hillary Clinton. E i civili che la Nato deve proteggere come se la passano? Il procuratore di Tripoli ne conta mille uccisi dai raid sulla capitale. La cifra sa di propaganda, ma anche uno solo è già un peso intollerabile”, spiega Gramaglia.