Giallo cooperanti rapiti in Pakistan: niente rivendicazioni

ISLAMABAD, 20 GEN – E' ancora circondato dal mistero il rapimento di due cooperanti, uno italiano e uno tedesco, avvenuto ieri sera a Multan (Pakistan centrale), in un'area considerata pericolosa per la vicinanza un ufficio dell'intelligence militare pachistana e quindi nel mirino dei terroristi. Sul sequestro del palermitano Giovanni Lo Porto, 38 anni e del suo collega sta indagando la polizia locale, ma l'inchiesta e' coperta dalla massima riservatezza.
In serata, il sottosegretario agli Esteri, Staffan De Mistura ha detto ''che meno se ne parla e meglio e''' confermando tuttavia che la Farnesina ''ne sta occupando molto attivamente''. L'azione, compiuta da tre uomini armati a volto coperto, non e' stata per ora rivendicata.

Interpellato dall'ANSA, un funzionario del commissariato di Multan, storico centro della valle del fiume Indo, non ha voluto indicare alcun particolare sulle indagini. Sara' probabilmente molto importante la testimonianza di una terza cooperante dell'ong tedesca Welt Hunger Hilfe che era nell'ufficio al momento dell'irruzione.

Mentre la famiglia di Lo Porto si e' chiusa nel riserbo, emergono altri particolari sul luogo del rapimento, avvenuto nell'area di Qasim Bela, che sorge nel cosiddetto ''Multan Cantt'', una guarnigione militare dove c'e' anche una sede del potente servizio segreto dell'Isi. Proprio qui nel dicembre 2009 i talebani lanciarono un'autobomba contro un posto di blocco uccidendo otto persone. Da quanto risulta da una fonte governativa, sembra che per questioni di sicurezza l'uffico dell'ong doveva essere trasferito altrove qualche mese fa, cosa che poi non e' avvenuta. Sarebbe poi emerso dai controlli della polizia, che i cooperanti erano privi di un nulla osta, chiamato Non Objection Certificate (Noc), richiesto agli stranieri per andare nelle aree ''sensibili'' nel Paese. A confermare la pericolosita' della zona e' anche un volontario cattolico pachistano sentito dall'agenzia Fides secondo il quale ''i dipendenti della ong avevano ricevuto avvertimenti nel passato, ma continuavano a operare nella zona''. In particolare, la Welt Hunger Hilfe, una delle piu' importanti in Germania e partner dell'italiana Cesvi, si occupava della riabilitazione delle popolazioni colpite dall'alluvione dell'estate 2010.

A differenza delle turbolente zone alla frontiera con l'Afghanistan, il Punjab non e' considerato a rischio per rapimenti, pur essendo pero' la sede di diversi gruppi della jihad pachistana affiliati ai talebani e ad Al Qaida. A gennaio e' stato sequestrato a Quetta, in Baluchistan, un dipendente della Croce Rossa, mentre una coppia di turisti svizzeri prelevati dal loro camper lo scorso anno, sono ancora nelle mani dei talebani che hanno chiesto come riscatto la liberazione della scienziata Aafia Siddiqui detenuta negli Stati Uniti.

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