Giamaica, sono almeno 60 i morti degli scontri tra polizia e narcotrafficanti

Cristopher "Dudus" Coke

Secondo diverse fonti ospedaliere e dell’agenzia Afp, sarebbero almeno 60 i morti negli scontri in Giamaica tra forze dell’ordine e trafficanti di droga. Kingston, capitale della Giamaica, vive da giorni una situazione di guerriglia urbana dopo che gli Stati Uniti hanno chiesto l’arresto e l’estradizione per Cristopher “Dudus” Coke, famoso narcotrafficante dell’isola.

Questa notizia ha scatenato sia le bande di trafficanti che la gente comune, che considera Dudus una sorta di “padrino”, che dà cibo a tanta gente e fa da mediatore nei conflitti locali. La “caccia all’uomo”, però, non ha ancora dato risultati.

Secondo le accuse degli Stati Uniti, Coke sarebbe responsabile di una quantità incredibile di omicidi: 1400 in America, altrettanti in Giamaica. Non solo: in mano avrebbe il controllo pressoché totale della circolazione di armi sull’isola.

Il Dipartimento di Stato americano ha poco fa rinnovato il ‘warning’ indirizzato ieri ai cittadini americani, affinché evitino di viaggiare nell’isola, di fronte “all’escalation di violenza, spari e rivolte” nella capitale giamaicana.

La situazione sarà d’altra parte esaminata in Parlamento, dove nelle prossime ore è atteso un intervento del premier giamaicano Bruce Golding, che domenica ha decretato per un mese lo stato d’emergenza a Kingston. Fonti dell’ambasciata Usa hanno d’altra parte smentito che ci siano dei contatti con i legali di Coke per trattare le condizioni sulla sua estradizione a Washington.

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Elisa D'Alto