FUKUSHIMA (GIAPPONE) – La Tokyo Electric Power li ha schierati a Fukushima, nel mezzo della nube radioattiva, per salvare il Giappone. Sono in cinquanta, cinquanta uomini, cinquanta “martiri” del nucleare.
Stanno mettendo in pericolo la loro vita, probabilmente ne sono consapevoli. Sono un fascio di radiazioni. Solo vicino al reattore 4 ieri si sono registrati livelli di radioattività pari a 400 millisieverts (mSv) per ora; secondo la World Nuclear Association basta un’esposizione superiore ai 100 mSv in un anno per sviluppare un cancro. C’è chi dice che le leucemie possono arrivare anche otto anni dopo.
Prima della nuova scossa, del nuovo incendio a Fukushima, le barre erano coperte d’acqua, più o meno raffreddate. Tutto questo è avvenuto grazie a loro, agli omini in tuta bianca che da quasi una settimana fanno turni massacranti.
Chi sono questi eroi moderni? Le leggende si rincorrono e sono piuttosto suggestive: c’è chi sostiene che possano essere scagnozzi della mafia giapponese con un passato sporco.