Fuga nucleare a Fukushima, al momento radiazioni basse. Ma ecco tutti i possibili effetti sulla salute

La centrale di Fukushima prima dello tsunami

ROMA – Almeno secondo le comunicazioni ufficiali, finora le dosi di radiazioni registrate al di fuori della centrale giapponese di Fukushima sono ben al di sotto di quelle che provocano avvelenamento: il valore di 1557,5 microSievert registrato ieri, 13 marzo, infatti è mille volte più basso della dose a cui si registrano i primi danni biologici acuti.

Secondo le tabelle internazionali, i primi effetti sulla salute si hanno con un’ora di esposizione tra 0,1 e 0,5 Sievert, che causa una diminuzione temporanea dei globuli bianchi. Da 1 a 2 Sievert si ha invece un avvelenamento radioattivo lieve, con nausea, vomito e depressione del sistema immunitario.

L’avvelenamento radioattivo grave si ha invece con un’esposizione di 3 Sievert, che comporta la morte del 50% dei pazienti entro 30 giorni. Sopra i 6 Sievert invece la mortalità è del 100% in assenza di terapie drastiche come il trapianto di midollo osseo.

La centrale dopo lo tsunami

I danni provocati dalle radiazioni ionizzanti sono principalmente derivati dalla rottura dei legami chimici all’interno dell’organismo, a cui sono particolarmente sensibili le cellule dell’apparato gastrointestinale e i globuli bianchi.

Il primo intervento che si mette in atto in caso di contaminazione è il lavaggio accurato della persona esposta, per minimizzare la quantità di radiazioni ricevute. Alcuni farmaci possono contrastare i danni ai globuli bianchi, mentre nei casi più gravi si ricorre appunto al trapianto di midollo.

Per quanto riguarda i danni a lungo termine, quelli più difficili da quantificare, le radiazioni danneggiano il Dna delle cellule, provocando tumori e danni a carico dell’apparato riproduttivo. Uno dei tumori più frequenti è quello della tiroide, il cui rischio può essere minimizzato somministrando tavolette di iodio subito dopo l’esposizione.

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Maria Elena Perrero