”Tutte le file del regime sono impazzite e la telecamera del Tg3 – l’unica presente – mentre la gente manifestava per la prima volta nella piazza al centro di Tunisi, li ha spaventati”. Scossa, ma con la voce ferma, dopo la brutta esperienza, Maria Cuffaro raggiunta telefonicamente dall’Ansa nel suo albergo a Tunisi, racconta l’aggressione subita con l’operatore del Tg3, Claudio Rubino colpito alla testa dalla polizia con il manganello. Per fortuna, niente di grave. E’ già stato medicato in albergo.
”Eravamo lì con la troupe mentre per la prima volta sindacati e comunisti manifestavano insieme nel centro di Tunisi. In tutto saranno stati un centinaio di persone, uomini e donne. La polizia in divisa era dovunque, ma tanti poliziotti indossavano strane giacche rosse ”, racconta la giornalista. ”E’ partita la carica – prosegue la Cuffaro – e subito mi hanno strappato il microfono dalle mani. A Claudio (il collega Rubino, ndr) è andata peggio: lo hanno spintonato e manganellato sulla testa. Quindi, gli hanno rubato la telecamera”.
Neanche un’ora dopo la telecamera del Tg3 è miracolosamente ricomparsa, restituita ai legittimi proprietari dalla polizia. ”E’ evidente – osserva la giornalista – che ce l’avevano loro”. ”Naturalmente hanno tentato di cancellare il filmato, ma Claudio è un mago e sta cercando di recuperare il tutto dall’hard disk”.