Giovani e già “impasticcati”: Usa, il 25% dei minori prende farmaci quotidianamente

Gage Martindale ha 8 anni e usa farmaci contro l’ipertensione da quando, poco più che neonato, è stato sottoposto ad un intervento chirurgico per rimuovere un difetto cardiaco. Sua madre si chiama Stefanie Martindale, è una manager in una compagnia di marketing, ed ogni giorno deve controllare la pressione di suo figlio e somministrargli una dose di Enalapril. Stando a quanto riportato dal Wall Street Journal, più di un quarto dei bambini e dei teenager americani oggigiorno vivono una situazione analoga.

Molti di questi ragazzi prendono almeno un farmaco al giorno tutti i giorni e quello che colpisce è che a molti vengono somministrate anche medicine  che un tempo venivano prescritte soltanto per gli adulti. Diete poco salutari e la mancanza di esercizio fisico negli anni hanno alimentato l’uso smodato di alcuni trattamenti, uno su tutti quello per l’ipertensione, che inizialmente non era mai stato pensato per una fascia di età giovane.

Recenti studi della Food and Drug Administration, un ente del ministero della Salute americana, sull’uso dei farmaci tra i più giovani, hanno scoperto che in più di un terzo dei casi presi in considerazione ci siano stati degli effetti collaterali nei bambini o errori nel dosaggio. Queste scoperte evidenziano come persone di età diverse reagiscono in maniera dissimile ad uno stesso farmaco e di come, nel caso dei bambini, la loro costante crescita necessiti di farmaci e dosaggi differenti.

I dottori dicono che laddove sia possibile, bisognerebbe fare ricorso a delle alternative che esulano dall’uso di farmaci. Il professore di pediatria all’Università dell’ Arkansas, Tom Wells, per esempio, suggerisce una dieta e del moto a quei bambini che soffrono di ipertensione. Qualora tali raccomandazioni non vengano seguite, allora diventa fondamentale monitorare attentamente i bambini e cercare di capire se i loro sintomi migliorano o peggiorano con l’uso dei farmaci.

La figlia asmatica di una casalinga del Kansas, per esempio, era diventata piuttosto lunatica e triste in seguito alla somministrazione del farmaco Singulair. La madre, Jennifer Flory, non aveva collegato al farmaco le bizze caratteriali della figlia Cassandra, ed e’ stato soltanto grazie all’intuizione di una infermiera al centro asmatico del suo paese che le ha consigliato di smettere con la somministrazione del farmaco in questione. Da allora Cassandra, che adesso prende il farmaco Advair, è diventata molto più socievole e, da quel che dice la madre, non ha più avuto nessun sintomo asmatico.

Un portavoce della Merk & Co., che produce il Singulair, ha dichiarato che la società si dice “convinta  dell’efficacia e della sicurezza del Singulair”, che offre “una possibilità di trattamento rilevante per i pazienti idonei”.

Published by
mdiloreto