Biografo Wojtyla: “Giovanni Paolo II non si flagellava”

Il biografo di Giovanni Paolo II mette in dubbio «che il papa si flagellasse». Gianfranco Svidercoschi, ex vice direttore dell’Osservatore Romano, ha scritto con Wojtyla il libro “Dono e Mistero”. Nel nuovo libro che ripercorre la vita dell’ex pontefice è scritto che il papa si flagellava per emulare le sofferenze di Cristo.

Il libro “Perché è santo”, uscito martedì 26 gennaio, è stato scritto da Slavomir Oder, “postulatore” della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II. L’autore dello scritto rivela una serie di dettagli sconosciuti sul pontefice: ad esempio, quando non era malato, Wojtyla si infliggeva del dolore così da sentirsi più vicino a Dio.

«Gli episodi citati – spiega adesso Svidercoschi – venendo talvolta dalla testimonianza di una sola persona, finiscono per essere assolutizzati e, pur senza volerlo, piegati a una certa interpretazione». Il biografo mette in dubbio anche altri esempi citati nel libro, come «l’atteggiamento di Giovanni Paolo II su Medjugorje, che era molto più cauto; i rapporti con padre Pio, e anche per l’ipotesi sulle Brigate Rosse: in Vaticano nessuno ne aveva mai sentito parlare».

Nel nuovo libro, invece, Oder fa riferimenti espliciti soprattutto sull’aspetto della flagellazione: spiega per esempio che lo faceva sia «a Cracovia che in Vaticano». A conferma della tesi Oder cita testimonianze di persone dell’entourage papale.

«Nel suo armadio – racconta – in mezzo alle tonache, era appesa sull’attaccapanni una particolare cintura per i pantaloni, che lui utilizzava come frusta e che faceva portare sempre anche a Castel Gandolfo». Quando era vescovo in Polonia, invece, «a volte passava la notte coricato sul pavimento, per praticare la privazione e l’ascetismo».

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Alberto Francavilla