Roman Polanski, da due mesi in carcere, potrebbe essere presto rilasciato: un tribunale elvetico ha accolto il ricorso del regista franco-polacco contro la detenzione in vista d’estradizione, dietro pagamento di una cauzione di 4,5 milioni di franchi (circa 3 milioni di euro).
Secondo quanto riferisce l’Ansa, il ministero svizzero della giustizia non dovrebbe fare ricorso. Polanski (76 anni) era stato arrestato il 26 settembre scorso al suo arrivo a Zurigo su richiesta di estradizione degli Usa per l’abuso di una tredicenne avvenuto nel 1977.
Il Tribunale penale federale (Tpf) ha infatti ritenuto «sufficiente la cauzione proposta da Polanski di 4,5 milioni di franchi al fine di prevenire, con altre misure sostitutive (consegna dei documenti di legittimazione, arresti domiciliari e electronic monitoring), il rischio di fuga tuttora ritenuto elevato». Per il Tribunale – spiega un comunicato – «questo importo rappresenta una parte considerevole del patrimonio di Polanski».
Palma d’oro del Festval di Canne del 2003 per il film “Il Pianista”, Polanski possiede uno chalet a Gstaad, nel cantone di Berna ed è li che dovrà probabilmete attendere – agli arresti domiciliari – la decisione sulla sua estradizione negli Usa, dove rischia due anni di carcere per l’accusa di atti sessuali.
Un ricorso contro questa decisione può essere inoltrato entro 10 giorni al Tribunale federale, ma citata dalla radio svizzera, la consigliera federale ( ministro) della giustizia Eveline Widmer-Schlumpf ha detto di giudicare «assolutamente comprensibile» la decisione del Tribunale penale federale di liberare e ha aggiunto di non volere ricorrere per adesso contro questa decisione.
I 4,5 milioni verranno versati probabilmente tramite una banca parigina in cambio di un’opzione sulla residenza del regista nella capitale francese, residenza che la sua famiglia perderebbe in caso di fuga, ha precisato l’agenzia di stama svizzera Ats. La Corte suprema della California aveva spiccato un mandato di arresto internazionale contr Roman Polasnki il primo febbraio 1978. All’epoca il regista si era dichiarato colpevole di atti sessuali illeciti con una minorenne di 13 anni, ma invece di presentarsi in tribunale era fuggito in Europa.
