Gli enti economici della Chiesa devono rafforzare la proprie capacità ma anche la propria credibilità davanti all’opinione pubblica, offrendo più ”trasparenza”: è quello che auspica il presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, in un articolo pubblicato sull’Osservatore Romano. Lo Ior è attualmente sotto inchiesta della magistratura italiano per l’accusa di aver violato le norme antiriciclaggio sui trasferimenti bancari.
“I tempi attuali – ha scritto Gotti Tedeschi – sono influenzati da una fase accelerata di globalizzazione e da una crisi economica che non si risolverà a breve. Entrambi i fattori richiedono l’adattamento a nuove esigenze di comportamento, anche da parte dei diversi enti economici della Chiesa, che devono adoperarsi per ottimizzare, con efficacia, la gestione e l’uso delle risorse necessarie alle opere di religione – amministrate direttamente o attraverso le strutture degli enti stessi, congregazioni e diocesi – affinché la loro azione non si indebolisca a fronte di incertezze sconosciute e di nuovi possibili rischi”.
“In tali complesse condizioni – ha continuato il presidente della banca vaticana – devono rafforzare non solo le proprie capacità, ma anche la loro credibilità, per non compromettere quella della Chiesa. Ciò può significare, all’occorrenza, il dovere di adeguarsi a esigenze esterne e globali, che richiedono maggiori informazioni e più trasparenza nelle attività finanziarie. Senza modificare la propria natura giuridica, unica al mondo”.
Infatti, ha rimarcato l’economista, ”molti, e da sempre, sono pronti a criticare la Chiesa cattolica anche riguardo alle sue risorse economiche, senza le quali peraltro non si produrrebbero quelle opere di cui beneficiano tutti, anche quanti visibilmente sono fuori dai suoi confini”.