LONDRA – Le persone intelligenti prendono meno giorni di permesso dal lavoro per malattia? Secondo il ricercatore, Max Henderson del King College di Londra, è proprio così. In uno studio Henderson e il suo team dimostrano come esista una vera e propria correlazione tra scarse abilità intellettuali e lunghi periodi di assenza dal lavoro. La ricerca è stata effettuata su un campione di più di 23 mila persone il cui comportamento cognitivo è stato misurato nel 1946, il 1958 o il 1970.
“Le capacità cognitive in giovane età – rivela lo studio – hanno un forte impatto sul fatto che la malattia impedisca alle persone di lavorare, rispetto ad alcuni decenni più tardi”. Nel gruppo del 1946, il 47 per cento di coloro i quali si sono assentati da lavoro per lunghi periodi era nell’ultimo quarto della capacità infantile, rispetto al 13 per cento che era nella categoria massima.
Circa il 41 per cento di quelli in malattia del gruppo 1958 appartenevano al più basso quartile di competenza, mentre il 32 per cento degli intervistati 1970 era anche in questa categoria.
Gli autori, hanno scritto sulla rivista BMJ Open che oltre 2,5 milioni di persone ricevono benefici connessi alla salute nel Regno Unito, tra cui assegni di invalitdità e di occupazione. I ricercatori sostengono che le strategie per ridurre i congedi per malattia a lungo termine dovrebbero coinvolgere anche il campo dell’istruzione.
“I nostri risultati suggeriscono – si legge nel saggio – che la salute è solo uno dei fattori per comprendere il fenomeno dell’assenteismo “mascherato” da malattia. Quello che suggeriamo è che l’educazione dovrebbe far parte della risposta politica: dotare i bambini delle abilità necessarie per la flessibilità del mercato del lavoro può “vaccinare” contro il rischio di malattie a lungo termine”.
Le abilità cognitive potrebbero avere un impatto sul modo in cui gli individui sono capaci di sviluppare strategie per mantenere il loro lavoro o trovarne rapidamente un altro quando si trovano a dover affrontare un insieme di difficoltà.
